IL PUNTO SUL CAMPIONATO
Continua l’ascesa delle due di testa che sono riuscite ad avere ragione della Lazio e dell’Atalanta, ora per le altre si fa dura. Il Napoli sbatte contro un coriaceo Cagliari mentre la Samp rimane saldamente al quarto posto grazie al pareggio in casa del Cesena. La Fiorentina risorge a Verona, Olimpico amaro per il Toro mentre il Parma è sempre più giù. Il Chievo rovina la festa dell’Udinese e continua a sperare. Nessun morto tra Milan e Inter che si dividono la torta con un pari quasi preannunciato. Stasera il Genoa potrebbe agguantare il terzo posto.
Niente da fare per le speranze delle inseguitrici: la Juve e la Roma vanno avanti come due rulli compressori: chi pensava (vedi Lazio) o sperava (vedi Atalanta) di mettersi di traverso sulla loro strada è stato servito: un complessivo 5-1 ottenuto in trasferta che non lascia dubbi sulla superiorità tecnico tattica delle due di testa. C’è da dire che un po’ del suo ce l’ha messo la Lazio che non ha saputo minimamente approfittare dell’incitamento dei cinquantamila dell’Olimpico giocando con l’impegno e la leggerezza di un…fuco non ancora trasformato in farfalla. La compagine biancoceleste continua ad avere una difesa imbarazzante che deve ancora pescare in parte dai “residuati bellici” della fallimentare stagione passata, mentre il centrocampo a tre alla resa dei fatti, vale poco sia in termini di qualità che di quantità: se Parolo fa il suo pur nella sua soporifera lentezza, il buon Lulic, quando non può, come in questo caso, sfoderare la sua velocità, dimostra tutti i suoi storici limiti tecnici. Biglia, da solo e senza avere attorno i giocatori formidabili della Nazionale argentina, non può fare i miracoli, mentre là davanti Pioli ha sbagliato a mandare dal primo minuto Klose e a riproporre un fiacco Keità sempre più involuto. Se a questo ci aggiungi lo scarso stato di forma di Candreva che ogni tanto avrebbe pure diritto di tirare il fiato, ti spieghi il motivo della seconda sconfitta consecutiva che rischia di far scivolare la Lazio di nuovo nell’anonimato. Alla Juve, che non ti perdona certe debolezze, è bastato un ottimo Pogba, un discreto Tevez ed un ordinato Pirlo per avere ragione degli “omini del calcio balilla” della formazione laziale, alla quale, al di là degli effettivi limiti tecnici, continua a mancare una personalità degna della Champion’s.
Sul fronte giallorosso l’aperitivo nel freddino bergamasco è servito per prepararsi al gelo moscovita. Nonostante lo splendido e illusorio goal iniziale di Moralez per i padroni di casa, ci hanno pensato prima Ljajic e poi Nainggolan a rendere il pomeriggio uggioso un po’ più ridente e foriero di belle speranze. La Roma almeno in campionato continua ad esserci: sarebbe ora di fare altrettanto in Europa…stesso discorso per i bianconeri. Un Toro molto involuto non è riuscito ad avere ragione di un duro e tosto Sassuolo che alla prima occasione che ha avuto, dura lex sed semper lex, ha segnato e…vinto con Floro Flores mandando su tutte le furie i tifosi granata. Ora i soldati di Ventura rischiano pure di essere risucchiati nel buco nero della zona retrocessione: il loro condottiero dovrà trovare presto la quadra perché là davanti, sine ullo Immobile et Cerci, sunt dolores e…pochi goal. Sanchez Mino si è rivelato acquisto nefasto, non solo incide poco lì davanti ma sbaglia pure i rigori. Peggio di così…proprio non si può fare.
Il Napoli, nonostante il doppio vantaggio iniziale propiziato da Higuain e Inler subisce in casa la doppia rimonta del Cagliari con Ibarbo e Farias, e quando De Guzman sembra ridare speranze di vittoria ai 45.000 del San Paolo, ci pensa di nuovo il buon…abate Farias a trovare il buco giusto per la…fuga per il pareggio che vale come una vittoria. Se continua così la compagine rosso blu renderà felice e serena la “vecchiaia” dell’eterno maestro Zeman. Che poi il risultato rotondo, corposo e spettacolare sia la perfetta sintesi/conseguenza del dettato boemo è tutta un’altra cosa ma per ora il discorso paga eccome. I nipotini di Dante nella sfida dal sapor medievale con i pronipoti di Giulietta, fanno…volare la poveretta giù dal balcone grazie ai goal di Gonzalo e poi di Cuadrado ma quanta paura e fatica prima! Il Verona riesce a pareggiare con Lopez dopo tanto scialacquar di belle occasioni da parte dei viola gigliati. Ma poi la Fiorentina, che è andata in quel di Verona con il fiero proposito di acchiapparsi i tre punti, riesce nell’impresa con il solito uomo della provvidenza Cuadrado a cui va la palma di migliore in campo nella veste di seconda punta dietro al redivivo Mario Gomez.
E’ buio sempre più pesto per il Parma che non riesce a cogliere un misero punticino neppure in casa con un Empoli sempre più lanciato e che agguanta la sua seconda vittoria consecutiva che lo proietta verso la metà classifica. Il bilancio per la squadra del loggione è apocalittico: due sole vittorie in dodici incontri e ben dieci sconfitte. Donadoni sembra sempre più Ulisse sbatacchiato e solingo nella zattera in preda ai flutti tempestosi del dio Nettuno…se qualcuno tra gli dei che contano non farà qualcosa, Itaca, ovvero la salvezza, potrebbe rimanere solo un miraggio. Ad Udine “nonno” Totò festeggia i duecento goal in serie A, il primo dei quali deve averlo segnato quando forse…i bersaglieri entrarono dalla breccia di Porta Pia. Una festa che rende giustizia ad un grande, grandissimo del nostro calcio forse poco apprezzato e…sfruttato da una Nazionale che avrebbe ben meritato vista anche l’attuale insipienza atletica e tecnica. Il Chievo in qualche modo finisce per partecipare alla stessa festa a Champagne e pasticcini pareggiando con Radovanovic autore di un gran goal.
La Sampdoria continua a recitare il ruolo di grande del campionato andando a pareggiare sull’ostico campo di Cesena, un Cesena, va detto, che non ha rubato niente e che alla fine è riuscito a mettersi in tasca il punto grazie anche al suo “fausto, faustissimo” Leali che ha parato tutto quello che c’era da parare. Il derby serale un po’ in sordina del Meazza finisce con un 1-1 abbastanza preannunciato perché nessuna delle due squadre, men che meno l’Inter, poteva permettersi di perdere. Al goal di Menez risponde Obi per i nerazzurri che hanno impostato la partita sulla difensiva. Una partita che se n’è andata via senza grandi sussulti e che lascia tutto o quasi invariato per le speranze di entrambe. Il ritorno del figliol Mancio prodigo potrebbe riaprire una stagione che sembrava ormai archiviata nel senso più negativo del termine, mentre il fratello maggiore della famiglia Inzaghi ha ancora molta strada da fare soprattutto con il materiale non proprio di primissima scelta che ha a disposizione. Stasesa se il Genoa dovesse avere ragione del Palermo, zitto zitto andrebbe ad affiancare il Napoli al terzo posto, se questa non è una magia… .