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Rotte incerte

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Rotte incerte

Viola Silvia

? 18,00

2013, 232 p., brossura

Neos Edizioni (collana Romanzo)

 

Ci sono dei periodi nella vita di una persona molto travagliati, come l?adolescenza. Ma questa, proprio per il fatto di essere stata descritta in tutta la sua difficoltà con fiumi di parole da molti esperti, è scusata. Un periodo meno analizzato, ma forse ancora peggiore, è quel lasso di tempo che va dai 20 ai 30 anni: si è nel mezzo di due tendenze opposte, da una parte il desiderio di  rimanere ragazzi, dall?altra la necessità impellente del diventare adulti.

“Rotte incerte” di Silvia Viola, edito da Neos Edizioni, si concentra proprio su queste due tendenze. Troviamo principalmente 4 personaggi le cui vicende si vengono ad intrecciare in modo più o meno marcato e in situazioni che mostrano una certa sagacia dell?autrice (come nel momento in cui sono tutti “riuniti” inconsapevolmente nella stessa palazzina in vacanza). Ogni personaggio ha un problema, sia Alessandro che a 25 anni non vuole fare la vita degli amici della fidanzata Elisa, quella dell?uomo sposato con figli, alla quale viene costretto e tacciato di immaturità, se prova a trasgredire. Oppure Sofia e Levan con il loro amore impossibile. E Sana e con l’indipendenza, che è più una gabbia dorata.

La vera forza del romanzo non emerge dai personaggi, benché molto ben caratterizzati, ma dal gioco contrappuntistico che si crea leggendo come i problemi dell?uno si risolvano in un altro personaggio (quelli di Alessandro nell?indipendente Sana). Eppure l?altro personaggio ha a sua volta dei problemi, che trovano soluzione in un altro ancora. Allo stesso tempo è anche possibile vedere come certi protagonisti siano l?uno l?opposto dell?altro. C’è tutta una serie di richiami, di confronti, che mette in risalto le singole caratteristiche proprie di ogni individuo del romanzo, così all’aeroporto un personaggio arriva con mezz’ora d’anticipo, mentre un altro in ritardo. In questo modo Silvia Viola ci da una vera panoramica sui vari modi di affrontare quella decina d?anni che separa i 20 dai 30.

Stupisce, in positivo, l?arguzia che l?autrice mostra nel saper come condurre il romanzo, si vede un grande amore per la lettura (il che dovrebbe essere la base per scrivere un romanzo) che la porta anche a sapersi giostrare con le tecniche narrative. Non è facile caratterizzare e gestire bene un personaggio, figurarsi 4 contemporaneamente. Non è facile dar loro spessore e, al tempo stesso, evitare che diventino macchiette.  In più non è facile spostare il punto di vista da uno all?altro dando al lettore un?impressione di armonicità. Silvia Viola risolve tutto questo in maniera eccellente: ad esempio, lo stratagemma del diario permetterà di spostarsi da un certo personaggio ad un altro in modo armonico. Inoltre si apprezzerà la capacità di descrizione, specie nelle scene più movimentate, quasi cinematografica, ma anche in quelle dove i movimenti di un personaggio servono a dire qualcosa sul carattere, o in quelle legate alle reazioni di fronte ad una forte emozione.

Dunque una sottile inquietudine vela la vita di ogni figura del romanzo, ma c?è il sospetto che la grande cura sia l?Amore. Si badi, non quello forzato, dettato dalla forza dell?abitudine, ma quello autentico, quello incurante del Destino a cui poco importa: «della posta in palio» poiché «l?importante è sedersi a quel tavolo ù, sfidarsi e accettare le conseguenze delle proprie mosse».

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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