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Stato e solidarietà

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Sfatiamo il solito equivoco. 

La solidarietà è un sentimento umano ed è sempre esistita l’assistenza ai poveri, ma questo non significa che debba essere gestita dallo stato. Prima esistevano le società di mutuo soccorso e gli enti caritatevoli che garantivano l’assistenza e non solo, ma erano anche occasione di socialità. 
Lo stato ha distrutto tutto ciò per aumentare il controllo sugli individui ed incamerarne le ricchezze. Chi invoca lo stato affinché si occupi di solidarietà ha fondamentalmente sfiducia negli uomini e una visione distorta della realtà. Come si può pensare che lo stato, organismo burocratico e schizoide soggetto all’arbitrio delle logiche di potere possa occuparsi di solidarietà è un mistero. Qualcuno si ricorda don Camillo con i poveri della parrocchia e i poveri del partito. 
Mi sembra che i poveri continuano a rivolgersi alla Caritas o ad altre associazioni laiche come per esempio l’asilo dei poveri massonico che esiste a Torino. 
Se lo stato effettivamente si occupasse di solidarietà perché continuano a sussistere queste organizzazioni caritatevoli? E non mi si venga a dire che è questione di risorse, perché il bilancio dello stato ne ha a sufficienza. Tra l’altro in una situazione in cui uno stato criminogeno espropria più del 60%, tenendoci bassi, della ricchezza prodotta ed interferisce sul restante 40%, l’esistenza stessa di organizzazioni caritatevoli che riescono a raccogliere fondi è la dimostrazione che gli uomini sono molto più solidali di quanto si pensi. In conclusione è lo stato che uccide la solidarietà e trasforma gli uomini in homo homini lupus.
Vito Foschi 

Tea Party Italia

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Di Redazione Elzeviro.eu

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