Home / Altre rubriche / Varie / Suv-via non siamo ridicoli!

Suv-via non siamo ridicoli!

Condividi quest'articolo su -->

La strana moda degli italiani che contano?le rate da pagare a fine mese.

Continuiamo tutti a parlare di crisi economica e della grave situazione in cui sarebbe piombato il popolo italiano, paragonabile ormai ad un moribondo in attesa dell?estrema unzione. Quando giri per le strade del bel paese senti solo persone che si lamentano o perché sono state risucchiate del sangue da un fisco canaglia e sanguisuga, o perché non riescono neppure ad arrivare alla fine del mese. Tutto vero, tutto politically correct ma poi, proprio mentre giri per le stesse strade, vedi una cosa molto strana: un numero enorme di Suv, di ogni genere e marca, girare indisturbati, perfettamente lustri e pieni di ogni genere di optional. E allora ti viene da pensare?e ti viene più di un dubbio.
 Innanzitutto questo tipo di auto o sarebbe meglio dire di “autoblindati” o “carri armati semoventi” inizialmente era stato introdotto e studiato per un mercato particolare come quello americano. Un mercato dove a differenza dell?Europa, esistono strade e autostrade a sei corsie per ogni senso di marcia, distanze e quindi percorsi almeno dieci volte più lunghi dei nostri e spazi di manovra infinitamente superiori a quelli esistenti da noi, dove per un metro e mezzo di parcheggio si è disposti a vendere la propria madre o a fare cose anche peggiori. Detto questo, guardando quelli che sono i prezzi dei nuovi modelli, vediamo che mediamente questi hanno un range che va dai venticinque-trentamila ai cinquanta-sessanta mila euro. Con queste cifre ci sarebbe sufficiente denaro per mantenere, vitto e alloggio compresi, un cristiano per quattro anni, alla faccia della crisi galoppante!
 Ma allora come fa la gente a comprarli! Chi è quel pazzo disposto ad impegnarsi quarantamila euro per assicurarsi quello che alla fine dei conti è solo uno sfizio per qualche viziatissimo figlio di papà. Mistero italico, non lo sappiamo anche se per la verità un sospetto ce lo abbiamo: basta vedere con quale dolcezza le varie case automobilistiche, fregandosene della crisi, della palese inettitudine di simili panzer da guerra a solcare le nostre anguste strade, ti attraggono subdolamente con la promessa di rateazioni incredibili e miracolistiche. E molti italiani, nonostante spesso e volentieri siano con l?acqua alla gola o giù di lì, per un feticistico attimo dipseudo popolarità fuggente, sono disposti a farsi catturare nella rete come tanti ignari tonni, per aggiungere l?ennesima rata a quelle già numerose che angosciano il loro già martoriato conto corrente. Eppure lo fanno e?chi se ne frega se poi non riescono a farvi fronte?male che vada restituiranno il bestione a quattro ruote e pace.
 E? così, tra l?altro, che è esplosa la bolla finanziaria in America, grazie ad un enorme accesso al credito, non supportato da adeguate garanzie. E quindi con un sistema economico malato di protagonismo, basato su una circolazione di ricchezza più presunta e fittizia che reale.
 Se guardiamo uno dei tanti Suv che circolano da noi, non possiamo non rimanere impressionati dalledimensioni di tali giganti e dall?aspetto minaccioso che sembrano avere agli occhi degli ignari e semplici pedoni della strada: si potrebbe dire che mancano solo gli alloggiamenti per un cannone di puntamento e una rampa per il lancio di missili terra aria per chiudere il cerchio. Ora, altra domanda d?obbligo: se ammettiamo che simili catafalchi possano esprimere una qualche residuale forma di utilità solo se guidati coast to coast lungo ideserti dell?Arizona, o magari lungo gli itinerari che conducono alla Terra del Fuoco nell?Argentina meridionale, o nei percorsi sahariani o lungo il tragitto che fu di un certo Marco Polo per gli altopiani della Persia, cosa caspita se ne fa un onesto “lavoratore della bassa” che magari deve recarsi da piazza Gualaa?via Nizza? Quali aspri attraversamenti fluviali deve superare per approdare sano e salvo nel suo piccolo ufficio che si trova a una distanza di tre, ma che dico?due chilometri da casa, o quali strade acciottolate e sospese nel baratro deve domare per accompagnare il figlio nella scuola che si trova dall?altra parte della strada?! Mistero?ci sarebbe materiale sufficiente per riempire una puntata della nota trasmissione in onda su Mediaset.

Che poi, in certi casi, ci sarebbe pure molto da ridire sul gusto, oltreché sulle scomodità che genera la circolazione di certi bolidi nel tessuto urbano

Eppure li vedi uscire da casa alle otto del mattino vestiti in giacca e cravatta o in pelliccia e ti verrebbe la tentazione di chiedere loro dove caspita pensano di andare?la risposta è quasi scontata: a non più di cinque sei chilometri in linea d?aria dove si trova l?agognato ufficio o, peggio, il mercato rionale che, in questo caso, si trova ad una distanza siderale?di qualche centinaio di metri. E poi le stesse intrepide persone, ti chiedi cosa se ne faranno del carrarmato al seguito, dove lo metteranno? Semplice, non potendo mettersela in tasca come Eta Beta e non avendo ancora la tecnologia per parcheggiarlo in verticale, finiranno miseramente per mettere il bestione in seconda, terza fila con il gran godimento di chi dovrà con la sua utilitaria fare lo slalom tra queste cattedrali a quattro ruote.
 Insomma siamo alla stupidità più brutale o forse siamo semplicemente davanti al tarlo che vanifica i circuiti neuronali di non pochi Italiani: un tarlo endemico, genetico che affonda le sue origini negli ultimi ma ostinatirigurgiti di un provincialismo post bellico ancora duro a morire, malattia meglio nota come “ostentazione“. Una malattia che ci rende ridicoli e che ci fa seguire mode grottesche e prive di logica, come quella di usare, svenandoci, mezzi semoventi stile Robur il conquistatore di Giulio Verne. Un provincialismo che negli anni cinquanta e sessanta viveva solo di battute tipo “lei non sa chi sono io” a cui si imparò ben presto a rispondere meravigliosamente ” Sei solo un fesso qualsiasi come me” . Ora, visto che non si è neanche più in grado di emettere una qualsiasi forma di elementare fonema intellegibile, ci si limita a farsi vedere con il “macchinone” quasi a voler dire” Vista la macchina su cui viaggio, ora sai chi sono io” . Risposta quasi scontata: ” sì lo so, sei sicuramente uno molto più stupido di me che almeno non mi sono impegnato le mutande solo per farmi vedere dagli amici al bar”. 
di Roberto Crudelini
Condividi quest'articolo su -->

Di Redazione Elzeviro.eu

--> Redazione

Cerca ancora

Netflix e altri colossi stanno sdoganando la pedofilia?

E se diventasse politicamente corretto, usare l’immagine di una bambina come figura provocatoria e sempre …