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Il trattamento di favore riservato dalle Ferrovie dello Stato ai rom

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Esclusiva testimonianza diretta

L?altro giorno, mentre ero sul treno lungo la tratta che va da Carmagnola a Torino, ho avuto modo di assistere ad un episodio illuminante che mi ha fatto capire alcune cose di cui francamente non ero ancora a conoscenza. Appena salito in carrozza mi sono quasi scontrato con un gruppetto di nomadi composto da tre donne e un uomo che correvano lungo il vagone in direzione opposta alla mia. Quello che mi ha colpito è che gli stessi, quasi stessero facendo un gioco divertente, se la ridevano contenti e compiaciuti. Qualche minuto dopo, il tempo di arrivare allastazione successiva, mentre ero già seduto al mio posto, ho visto passare quasi di corsa un controllore seguito da un agente in borghese della polizia ferroviaria. Dopo un po? di minuti, il treno intanto è rimasto fermo accumulando anche del ritardo, ho visto gli stessi zingari sulla banchina della stazione, evidentemente in qualche modo costretti a scendere dalla carrozza dai due bravi funzionari dello stato.

 Ora il fatto è che, da quello che si è visto, i nostri “simpatici mattacchioni” pur non potendo più usufruire in modo abusivo del servizio di trasporto come avevano sperato nella loro gioiosa spensieratezza, da quello almeno che si è visto, non sono stati né multati, né accompagnati per un controllo alla più vicina stazione di polizia per esservi identificati. Dubito che gli stessi fossero in possesso di un qualcosa che si avvicinasse anche alla lontana ad un documento di identificazione, oltre che ovviamente delbiglietto, e dubito anche che il controllore di cui sopra abbia potuto elevare loro la sanzione pecuniaria prevista, come avrebbe fatto se al posto dei nostri “amici” ci fossero stati degli onesti cittadini italiani.
 Quindi, al di là della lodevole condotta dei due funzionari, che, rischiando del loro, sono riusciti quanto meno a far scendere gli individui dal treno, ne ho dedotto che essere zingari in Italia è un bel privilegio. Un privilegio perché costoro, per gentile concessione dell?autorità che glielo permette, vivono a spese della comunità, di cui non vogliono tra l?altro far parte, poi perché ogni tanto possono “rifornirsi” dalla stessa comunità di qualche extra derivante da rapine, furti e affini, e infine perché non incorrono nelle sanzioni destinate, a questo punto, ai “fessi di turno” e cioè agli Italiani. I quali Italiani, va detto, pagano fino all?ultimo euro le conseguenze delle loro irregolarità e le pagano grazie ad un controllo, in questo caso sì, asburgico, spietato e che non ammette repliche.
 Mi rendo comunque conto che il controllore, a cui va tutta la mia solidarietà, non aveva nessuna possibilità di elevare multe proprio perché non solo, come ho detto, i quattro erano probabilmente sprovvisti di documenti, ma anche perché in ogni caso un?eventuale multa non l?avrebbero mai pagata: ve li immaginate voi i funzionari di Equitalia nell?atto di andare andare ad esigere l?importo della multa con tanto di interessi di mora in un campo di nomadi? Francamente io non me li vedo, come non mi vedo un ufficiale giudiziario osare entrare nello stesso campo per eseguire un pignoramento dei beni, eventualità che invece accade con regolare puntualità se un Italiano onesto e lavoratore, ridotto sul lastrico dalla crisi attuale, non riesce più a fare fronte ai suoi debiti con il fisco.
 Spiace anche vedere degli onesti servitori dello stato essere costretti a subire vessazioni di ogni tipo da gente che sarebbe bene rispedire oltre frontiera: infatti il controllore di cui sopra, da quello che ho saputo, al momento della contestazione, è stato fatto anche oggetto di sputiinsulti e minacce, cosa che la dice lunga sul?grado di civiltà e di educazione di questi “gentili” ospiti indesiderati. Viene inoltre da chiedersi perché mai, visto che è la gran maggioranza del Popolo Italiano a chiederlo a gran voce, non si possano, una volta per tutte, rispedire a casa almeno quei nomadi che hanno più volte dimostrato di non avere nessuna volontà di integrazione oltre che nessuna intenzione di rispettare le leggi vigenti nel nostro paese. Ricordiamo alle autorità preposte, ovvero al Governo, ai Sindaci e ai Prefetti, che l?unica volontà che sono chiamati a rispettare nell?adempimento delle loro funzioni pubbliche è in fondo quella del Popolo Italiano, fino a prova contraria, sovrano a casa sua. 
di Roberto Crudelini
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Di Redazione Elzeviro.eu

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