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Sprechi a Torino: avvisi di pagamento ai non debitori d’imposta

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Oltre la crisi, la beffa.

Il Comune di Torino a guida fassiniana scialacqua 150mila euro inviando avvisi di pagamento della rata dell’ IMU anche a cittadini in affitto: gente che non ha mai avuto una casa e che sta risparmiando per potersela permettere, ma che, a causa dei danni della crisi economica e della riduzione del potere d’acquisto, vede questo traguardo come un miraggio. Miraggio è oggi sia il riuscire a risparmiare, sia la possibilità di avere la casa, dunque. Mentre camminando per le vie della città i cartelli Vendesi si sono moltiplicati. Non solo: Torino si distingue per il numero di case popolari elargite in numero ai consociati stranieri, che scavalcano ormai gli italiani. In questa situazione di tensione sociale il cittadino in affitto si è visto recapitare, per la non modica cifra di 150mila euro (danaro del contribuente) con posta specializzata (tramite agenzia privata Defendini) una busta inutile ed irrisoria.

L’assessorato ai Tributi della giunta Fassino però, tramite la sua controllata Soris, non ammette l’errore e, come testimonia Torino Cronaca qui oggi in edicola, alcuni destinatari della minacciosa busta di pagamento (migliaia quelli che non dovrebbero nulla allo Stato, ma che sono stati avvertiti comunque) hanno addirittura ricevuto 3 buste personali indirizzate a tre membri del medesimo nucleo famigliare. Prima di ammettere l’errore si attende forse che qualche cittadino troppo solerte paghi per togliersi di mezzo i debiti, seppur supposti e non dovuti? Sembra un po’ la tecnica adottata da alcune compagnie telefoniche, se non fosse che queste ultime prima sottraggono e poi sperano che il cliente non se ne renda conto… Tra l’altro ci sarebbe da aggiungere, tornando alla questione dell’IMU, che i riceventi dell’avviso realmente debitori dell’imposta si dovranno calcolare essi stessi l’ammontare della cifra dovuta, quindi non come accadeva con l’Ici, sui quali databases si sono però basati (inopportunamente) i servizi civici per l’invio delle lettere.

Non sarebbe stato possibile (e agevole) risolvere la questione via e-mail? Lo strumento informatico fa ancora paura per molte comunicazioni ufficiali, e il risparmio di carta appare ancora confinato in un futuro remoto.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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