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Un ritorno rancido e stantio

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LA NOTIZIA CHE NON VORRESTI SENTIRE

Le testate giornalistiche nazionali, con un’ampia eco ultranazionale (The Indipendent, per esempio) mettono in luce la discesa in campo di Silvio Berlusconi, da venti anni sulla breccia: politicamente uno dei più giovani parlamentari, ma anagraficamente vetusto. La carriera politica di B. segue infatti, com’è noto, quella (più brillante) da costui condotta nell’ambito dell’imprenditoria.
Corrado Passera, il banchiere dello sviluppo economico (o perlomeno il ministro di tale dicastero) afferma che tale discesa sarebbe un male per l’Italia. Ebbene chi scrive ritiene invece che sia uno schifo per l’Italia. Gli intenti appaiono ormai palesi: B. scende in campo, dopo una vergognosa videointervista in cui annunciava la sua ferma decisione di non discendere in campo, di cui vi abbiamo dato contezza al tempo; ma si rimangia tutto per tornare a calcare la scena, spazzare via la democrazia delle primarie e candidarsi come premier pel centro-destra.
Questa volta però, a differenza delle precedenti (e troppo numerose) tornate elettorali il candidato non può più essere imposto dall’alto, come se fosse immortale: finirebbe il suo mandato ben oltre l’ottantina e questo appare quantomai indice del fatto che la candidatura sia messa in gioco non nell’interesse e per il bene del paese, bensì per permettere a amici, parenti, avvocati, dipendenti ed affini di ottenere una poltrona in quella Camera, che forse è diventata una camera con la c minuscola, se non un ovile. Con tutto il rispetto per gli ovili. Chi scrive non crede che il candidato possa ritenere di avere possibilità di vittoria. Però prenderà più voti dei partiti di Fede o di Flavia Vento, che pur troveremo stampati sulla scheda elettorale.
Rancido e stantio, per nulla poetico, quanto mai inadatto e tanto tirato da apparire ridicolo, il 10% di habitue voteranno proprio lui, crocettando il simbolo (qualsiasi esso sia) dove campeggerà il nome dell’imprenditore col vizio della politica: le migliaia di affezionati ci saranno. E grazie a costoro saranno garantite le soffici poltrone del nostro parlamento. Se questo è pensare al bene dell’Italia… Si auspica almeno, però, come ultimo baluardo di salvezza per una situazione ormai ingestibile, un’aspra lotta intestina: che Giorgia Meloni si opponga, che si facciano comunque le primarie per mantenere quella parvenza di democrazia che ormai nel Pdl sembra perduta. Mentre nel Pd la democrazia bussa alla porta, per quanto sia solo una parvenza: dacché colà comandano sempre Bindi, D’Alema, Finocchiaro e compagnia danzante. E per questo si fanno pagare 2 euro, ma questa è un’altra storia, altrettanto opaca, della politica del nostro paese.
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Di Redazione Elzeviro.eu

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