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Goldman & Sachs scommette sul Pd

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Come ci dice Antonio Satta su Milano Finanza, per le prossime elezioni Goldman Sachs scommette sul Pd. Il colosso finanziario americano, a sette mesi dalle elezioni politiche italiane, ha pubblicato un report nel quale si sostengono le possibilità di una maggioranza di centro sinistra incentrata sul Pd. E questa maggioranza molto probabilmente manterrebbe la linea Monti, anche se non è chiaro se riconfermerebbe Mario Monti a capo del governo. Anche se, con Vendola ministro del lavoro, quanto sopra appare veramente difficile. In ogni caso, secondo il report, difficilmente il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, porterà il Paese alle elezioni prima di aver risolto la questione della riforma elettorale. Deo gratias, andare a votare col porcellum con Berlusconi candidato premier sarebbe la spinta finale per chi è in dubbio di emigrare da questo relitto di democrazia che chiamiamo Italia.

Goldman Sachs ritiene «probabile che vengano introdotte modifiche alla legge con l’idea di garantire una coalizione centrista a favore di una conferma di Monti». Eppure il governo di Bersani appare schierato su posizioni piuttosto di sinistra e la parola centro non sembra troppo vicina, per quanto Casini sarebbe forse disposto, con il supporto di Montezemolo, a tornare al timone del paese, dopo cinque anni a braccetto con Berlusconi, per poi passare opportunamente all’opposizione, si crede per meri calcoli elettorali, stante il fatto di non poco conto che costui è da 30 anni in Parlamento, quindi come calcolatore non può che essere molto, ma molto esperto.


Continua Satta: “ora non si può dire che a Goldman Sachs non conoscano la politica e gli effetti che una dichiarazione del genere può scatenare. Se c’è una banca d’affari che con la politica e i governi, in patria e all’estero, ha avuto relazioni strettissime è proprio GS. In America hanno tirato in ballo le revolving doors (le porte girevoli) per definire il fenomeno tipico in Goldman di un dirigente di primo piano che lascia il suo incarico per passare al governo, e magari, finito il mandato, torna tranquillamente alla casa madre. Per limitarci all’Italia, Mario Draghi è stato vicepresidente di Goldman Sachs per l’Europa dal 2002 al 2005, ma tra i consulenti della banca d’affari ci sono stati anche Gianni Letta, Romano Prodi e Mario Monti“.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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