In questi mesi, quasi quotidianamente, i media denunciano e rendono pubblici scandali che coinvolgono la classe politica e dirigente del nostro Paese, sollevando grande indignazione nell?opinione pubblica. A questo sentimento si accodano, spesso, anche leader e giovani politici, che vengono proposti o si propongono quale nuova generazione per il rinnovamento.
Siamo certi che siano un reale rinnovamento?
Senza dover parlare dei problemi giudiziari di un leader di partito o di alte cariche dello stato, già tra i nuovi politici presenti sul territorio si comprende che quest?aria di cambiamento sta stentando ad arrivare.
Si può citare l?esempio di un giovane che si è fatto strada nella politica torinese, entrato in Comune tra i banchi della minoranza nelle ultime elezioni amministrative, ma con più alte aspirazioni rispetto agli scranni comunali.
Prima, durante e dopo le elezioni molti di noi hanno avuto la possibilità testare le sue doti oratorie, ascoltando un programma politico denso e ricco, da cui ci si aspettava, e tuttora ci si aspetta, si tramuti in fatti.
A quanto pare, anche questi giovani politici sono più propensi a seguire le orme dei loro più illustri predecessori. Infatti, il nostro giovane rappresentante, non solo è Vice Presidente Vicario al Comune di Torino ma ricopre anche la carica di consigliere per il Volontariato e le Politiche Sociali della Presidenza della Regione Piemonte, Presidente del Centro Servizi per il Volontariato V.S.S.P. e coordinatore cittadino per il PdL.
Quello che da cittadini ci si domanda è: in un contesto politico, economico e sociale così complesso, non sarebbe utile che i giovani politici apprendano dall?esperienza dei loro predecessori e non commettano gli stessi errori che hanno alimentato in questi anni i sentimenti di anti-politica?
Questo messaggio non deve essere arrivato, poiché si è ancora in grado di accumulare cariche, e non solo, ma cariche che possono generare conflitti di interesse.
Dovrebbe essere lampante che avere una carica politica, oltre ad essere consigliere per il Volontariato e le Politiche Sociali dovrebbe rende incompatibile la posizione di Presidente di un Centro Servizi per il Volontariato. Fino a prova contraria il volontariato dovrebbe essere apolitico e libero dalle influenze della politica. Eppure il nostro giovane politico/presidente riesce a mantenere e a difendere la sua multi posizione, e ad estendere la sua influenza in un settore che invece dovrebbe esserne preservato.
Difatti è curioso che un Centro di Servizi per il Volontariato finanzi indirettamente una scuola di politica come la Winter School, pagando le quote di iscrizione a dipendenti e collaboratori oltre a quelle dei volontari della Associazioni accreditate al Centro, ma non sia poi in grado di finanziare corsi di formazione utili per le attività associative dei volontari (informatica, progettazione, contabilità, etc.). Curiose anche altre voci di spesa che un Centro di Servizi per il Volontariato deve sostenere, come le trasferte annuali al Meeting di Rimini di Comunione e Liberazione (vitto, alloggio e trasferimenti) del presidente e talvolta anche degli accompagnatori. Oppure le risorse che il centro ha dovuto impegnare per la campagna elettorale del suo presidente; ovviamente non si parla di finanziamenti diretti, ma di un ufficio stampa pagato dal Centro, ma dedicato alla campagna elettorale (questo prosegue tutt?oggi) in grado di produrre una rassegna stampa alta 10 cm a dispetto di quella dedicata al volontariato, composta da pochi fogli; oppure segretarie precettate per seguire i movimenti del candidato.
Tutte queste non sono interferenze della politica che tolgono risorse al volontariato?
Forse i partiti non sono più in grado di sostenere le campagne elettorali dei loro giovani rampolli ed è necessario pescare in altri cestini?
Alla luce di questi episodi, e di molti altri non citati, si rende evidente che un conflitto di interessi c?è nel mantenere tutte le cariche e questo conflitto non ha sicuramente giovato al volontariato ed alle esigue casse del Centro Servizi V.S.S.P..
È troppo facile citare grandi statisti o politici del nostro passato storico quali ispiratori dell?attuale pensiero politico, soprattutto quando i nostri giovani politici sono cresciuti accanto a dei Lusi, Belsito e Fiorito.
di Alessandro Caroggi