A Torino gli anarchici dispongono di tre o quattro centri sociali occupati dove fanno loro porci comodi a spese nostre. Questo è un fatto. Un altro fatto è che due di questi sono situati in zone bellissime e centrali della città: così se uno è sito in corso regina Margherita e prende un intero palazzo a 4 piani, l’Askatasuna, un altro è posto nei murazzi del Po, al centro della movida giovanile.
L’unica possibilità che ci viene in mente per poter concepire che tali scempi che vanno a rubare nelle tasche contribuenti (noi paghiamo bonariamente luce e gas a questi e agli zingari!) siano tollerati è che l‘amministrazione comunale, radicata nei medesimi gruppi di potere di sinistra da decenni, sia in rapporti amichevoli con questi individui. Nonostante le propugnate ideologie rivoluzionarie anarchiche tanto assurde quanto detestabili cozzino in maniera plateale con la pseudo-democratica amministrazione comunale, da secoli in pasto alla sinistra. Il Comune è un’istituzione regolare e costituzionale e favorisce e alimenta la situazione in cui versano queste unità abitative sottratte al pubblico (e in alcuni casi persino al privato cittadino). E’ una vergogna bella e buona!Considerato poi che ripetutamente è venuto fuori che gli anarchici hanno solidi rapporti con ex brigatisti, considerate le numerosissime azioni violente di questi, fa davvero riflettere che l’istituzione comunale, da tenera e tollerante mamma, lasci a questi un tetto e un caldo termosifone; insomma, un bel cantuccio dove consumare droghe e con tutta probabilità detenere armi e complottare contro l’ordine democratico da buoni figlioli quali sono questi parassiti della società.
Forse l’unica via sarebbe per i cittadini di buona volontà (ce ne sono a Torino? una città dove uno stoccafisso postcomunista ha ottenuto il 70% e fischia di voti) di sgomberare i siti con azioni organizzate e con l’utilizzo dei mezzi di coercizione che si ritengono più opportuni, nell’alveo della legalità: per carità…