Quanto sta per essere scritto è un grido di rabbia, un omerico urlo di guerra contro una realtà infame ed infamante al tempo stesso, contro chi fa della viltà il proprio mestiere e la propria fonte di guadagno.
La veemenza dell?intervento è fin moderata rispetto allo scempio cui tutto il mondo assiste e di cui in particolare l?Italia è stata ed è vittima sacrificale.
Oggetto della furia della penna sono le agenzie di rating, ad oggi strumento di declassamento degli Stati sovrani. Queste immonde realtà si permettono di violare ogni santo giorno il principio di autodeterminazione dei popoli, sancito si dalla Carta dell?Onu ma da sempre risiedente nella coscienza razionale dell?individuo.
Fondate con lo scopo di assegnare un giudizio in merito alla solidità e solvibilità di una società emittente titoli, hanno allungato i loro famelici tentacoli sugli Stati, dovendo questi ultimi vendere i loro titoli per far fronte al deficit pubblico ( meccanismo perverso da cui è IMPOSSIBILE uscire).
Il problema per cui vien sollevata la questione è che lo Stato non è un?impresa, non mira al profitto ed agli utili, bensì dovrebbe mirare al bene della cittadinanza intera.
Ora se uno sconosciuto qualsiasi si prendesse la libertà di andare a dire all?amministratore del vostro condominio che i vostri consumi dell?acqua calda sono alti, voi cosa fareste? Andreste dall?omino in questione dicendogli garbatamente ” Ma lei cosa ne sa dei miei consumi dell?acqua? E anche se lo sapesse in base a quale diritto lo va a dire al mio amministratore?”.
Le agenzie di rating sono proprio come quell?omino li, il problema è che non c?è nessun amministratore super partes che possa bloccarle ed anzi è pieno di attori che per loro interessi personali credono all?omino senza bisogno di prove oppure addirittura lo pagano perché sparga in giro la voce sul presunto eccessivo utilizzo della vostra acqua calda.
Inoltre le agenzie di rating nascono in un conflitto di interessi tale per cui pure Berlusconi rimarrebbe scandalizzato: esse infatti operano sul mercato finanziario, sul quale emettono i giudizi stessi?dunque se i soggetti che pubblicano i rating svolgono anche l?attività di banca d?investimenti, potrebbe darsi che il rating sia strumentalizzato per la banca stessa? E se la fonte dei finanziamenti per lo studio dei rating fosse la stessa società emittenti titoli, come spesso accade, non è questo un penoso conflitto d?interessi?
Sembra però che ad esse non ci sia scampo e anzi dovremmo convivere con i loro calcolati ma ignoranti giudizi per il resto dei nostri giorni. Ci sarebbe tuttavia un?azione da fare, eroica quanto folle: fregarsene completamente del diritto internazionale e prelevare con la forza i soggetti che hanno declassato il nome del nostro Paese e del popolo intero per processarli sulla pubblica piazza.