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In nome della stabilità

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Termine astratto ma indispensabile, dicono. La chiede l’Europa, la ritengono necessaria i mercati, la pretende una difficile situazione economica per non peggiorare ulteriormente. Ma questa stabilità è un pantano finché una politica sana e capace non ritornerà a governare l’economia. Osano chiamare “sovrano!” un popolo a cui non è permesso decidere alcunché, definiscono “democratico” un governo di ministrucoli incapaci e impreparati, giunti a quel ruolo non si sa bene come. Spacciano per libertà una schiavitù prostrata all’UE ormai intollerabile e ci prendono in giro con una ripresa economica inesistente. Nessun partito odierno ha il coraggio di dare una spallata a questo regime che fa acqua da tutte le parti. Stiamo morendo di democrazia cancerogena e ci propongono l’aspirina di una nuova legge elettorale per portare in parlamento altri sprovveduti (o venduti). Non mancano solo le ideologie, mancano proprio le idee per costruire un nuovo stato. Abbiamo istituzioni fatiscenti, ingabbiate dagli scandali e sovraccariche di pesi e contrappesi che impediscono qualunque azione necessaria per un vero rimodernamento. Un cane che si morde la coda, altro che terza repubblica, siamo ritornati alla monarchia.Re Giorgio, dinastia PCI, governa incontrastato .

Giuseppe Franchi, Naa

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Di Redazione Elzeviro.eu

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