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La guerra degli italiani onesti: le lobbies

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Editoria e Web tax: l’interesse dei gruppi di potere manipola ancora l’informazione.

Tuona Beppe Grillo sul suo blog contro la lobby dell’editoria, scagliandosi contro l’assurdo finanziamento pubblico concesso all’Unità. Chi scrive non crede che tutti i finanziamenti ai giornali vadano aboliti: in Italia è un fatto che ve ne siano molti meno rispetto alla maggioranza dei paesi europei, ma essi dovrebbero senz’altro essere rivisti secondo i parametri della tiratura e della diffusione. Non è pensabile pertanto che l’Unità, in quanto organo di partito (più o meno ufficiale) riceva tre milioni e seicentomila euro nel 2012 a fronte di una tiratura di 30mila copie, quando vi sono giornali che vendono lo stesso numero di copie o più in un territorio locale, e non vengono aiutati (per nulla o quasi) per il lavoro meritorio che fanno con l’acqua alla gola, vendendo magari ad un prezzo più basso dell’ignobile euro chiesto dal quotidiano già organo ufficiale del partito comunista.

Si rammenta inoltre che quote del giornale in questione sono detenute dal Partito democratico, che, da partito di governo, non ha nessuna difficoltà a aumentare, invece che rivedere al ribasso come si converrebbe, questi finanziamenti. Si tratta di una goccia nell’oceano, è vero, ma l’oceano è fatto di gocce e alcune sono più significative di altre. Oggi il bersaglio di Grillo è il plutocrate e lobbista De Benedetti, che, avendo a disposizione un grosso gruppo editoriale, concede per mero interesse personale il suo pubblico favore alla Web tax (rinviata a luglio ed esclusa dal Milleproroghe). Il Carlone nazionale (sì, ma d’Isvizzera) si adopera infatti a “Difendere la Web-tax che sarebbe più opportuno chiamare De Benedetti-tax in quanto favorisce sfacciatamente e contro il diritto europeo la sua società di pubblicità, la Manzoni srl. Ecco l’intemerata della tessera numero uno del pdexmenoelle, vero elettore del burattino Renzie e lobbista a tempo pieno in Parlamento grazie al pdexmenoelle e ai suoi giornali.

De Benedetti è sospettato di essere il burattinaio di diversi politici tra cui il più famoso è sicuramente il neoeletto segretario democratico Renzi, ma anche alcuni assi nella manica in Parlamento, come Roberta Romiti, che lavora per Sorgenia, un’azienda che costruisce e gestisce centrali elettriche delle quali è proprietario De Benedetti. Con le liste bloccate e tutto il resto appare sospetto come questo nome sia riuscito ad emergere all’allegra tavolata che ha deciso le liste bloccate in occasione delle ultime elezioni politiche. Oggi ci siamo soffermati sulla lobby che fa a capo a questo magnate dell’industria e dell’editoria, ma, decaduto Berlusconi, altre famiglie e altri gruppi, soprattutto bancari, si affacciano minacciosi a sfidare la sovranità del Parlamento, dove solo, bisogna dirlo, il Movimento 5 Stelle, fa qualcosa da opposizione in proposito.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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