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Populismo e forconi: tutti uniti contro il sistema

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[po-pu-lì-smo] s.m: 1. Atteggiamento o movimento politico tendente ad esaltare il ruolo e i valori delle classi popolari

Ce l’hanno alfine fatta, incredibile. Unire ultrà della Juve e del Toro. Unire destra e sinistra, unire perfino Casapound e Forza nuova con autonomi ed anarchici. Mettere sulle strade, senza invero una testa organizzata, unite solo da tanta rabbia, migliaia di persone.

Vi abbiamo dato conto di una protesta a tutto tondo, una protesta che continua, e che con la fiducia che questo governo plutocratico ed antinazionale va ottenendo, divamperà con maggior violenza. Sopratutto, però, e non si può sottovalutarlo o far finta di niente, hanno unito negozianti, studenti, esagitati e moderati. C’è voluto tanto, ma tanto impegno.

Così tanto impegno che al Consiglio regionale piemontese sotto cui v’è il presidio dei forconi, hanno proprio dovuto rubare decine di migliaia di euro (sì, a testa). Hanno dovuto, poverini, fissare per loro stessi degli stipendi da nababbi. Piccolo avamposto di quello che è il parlamento nazionale, ove si sono dovuti fregare per anni decine di milioni di rimborsi elettorali illegittimi ed illegali. Per colmare l’incapacità loro, la risposta della politica, nazionale e locale, è quella di oberare i lavoratori di ogni fascia di tasse. Bloccando la crescita, rendendo possibile la dittatura del dio denaro. Se i mercati rionali falliscono sotto il peso dei debiti con l’istituzione, questa, collusa e parte di un sistema economico e di potere, ne trarrà giovamento forse nell’immediato e le tasche dei singoli si gonfieranno senza le tangenti, così demodé, ma non del tutto dimenticate. Senza i mercati per strada si edificano le cooperative alimentari, lo sanno tutti: bisognerà pur andare a comprare/mettersi nelle tasche l’insalata. Quelle stesse cooperative della Falce e carrello che ottengono permessi non si sa bene come, con una celerità immane, mentre le catene di imprenditori (italiani!) e seri come Esselunga sono soffocati dalla burocrazia.

Qui non si parla di indifferenza infastidita nei confronti della politica: qui si parla di una rabbia cieca nei confronti di una casta di magnoni privilegiati che nulla di concreto riesce a fare per il paese, salvo decidere di alzarsi lo stipendio (ben oltre l’adeguamento all’inflazione), salvo elargirsi ferie e lauti compensi. E scusate se noi in piazza c’eravamo, scusate se siamo populisti e poveri ignoranti demagoghi che urlano, pur coscienti dell’inutilità, che sono dei ladri…

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Di Redazione Elzeviro.eu

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