Palermo – Da quando è stata fondata Forza Italia, vent’anni fa, di acqua sotto i ponti ne è corsa, e non possiamo dire che di processi, ne siano corsi una minore quantità.
Credo che Silvio Berlusconi possa essere trasfigurato nel protagonista de “Le mie prigioni” di Silvio Pellico.
Se non altro per il fatto che tutti e due hanno lo stesso nome.
Però la trama è fondamentalmente diversa, ma solo a seconda dei punti di vista.
Il nostro paese, era reduce dal sistema Craxi, il quale avendo intuito che il cerchio intorno a lui si stava stringendo, si trasferì ad Hammamet, per rimanervi per il resto della sua vita.Il problema è che dalla discesa in campo di Silvio, gli italiani non sono riusciti a scrollarsi il fardello; diciamo pure per mancanza di scelte elettorali valide; e gli oppositori lo hanno tenuto sotto assedio per ben 20 anni.
Dopo un lungo assedio, si sa, in un modo o nell’altro si finisce per cadere nelle mani degli assedianti.
In tutti questi anni, ad onor del vero, gli assediati hanno tentato di ribaltare gli esiti del conflitto, ma ci sono riusciti solo in parte, con una serie di prescrizioni e di modifiche di leggi, mirate a cancellare alcuni reati.
La sentenza recente, inchioda Silvio e lo rende di fatto “disinnescato” dalla scena politica.
Inerme perché il tempo passa per tutti e Silvio compirà 77 anni a settembre.
Il conto è presto fatto, ad 81 anni avrà la forza e la volontà di ricandidarsi e sarà ancora credibile ed appetibile, scusate eleggibile, per i suoi elettori?
Probabilmente no.
Alla luce di tutto ciò ecco spiegate le grandi manovre che si stanno mettendo su in casa del Popolo della Libertà.
Dopo Silvio a chi andrà la leadership?
Come si comporterà il popolo che lo segue?
La verità è che, se è vera la discesa della figlia di Silvio in politica, sicuramente non sarà mai la stessa cosa del papà, al quale dobbiamo riconoscere il merito di essere stato un grande comunicatore e conduttore mediatico della politica italiana, nel bene e nel male.
Occorre però anche riconoscere, che l?opposizione, presente sulla scena politica ed amministrante la politica stessa; non nascondiamoci dietro il dito, in tutti questi anni, 20, non è riuscita a portare avanti una modifica alla legge elettorale degna di questo nome, e soprattutto non è stata in grado di rinnovarsi, si è involuta su se stessa, partorendo i figli, gli amici e uno stuolo di parlamentari che ha il più basso indice di produttività legislativo d?Europa.
È normale che l?apparire sulla scena di un comico, Grillo, di un?ex corista, di Sanremo, Vendola, di due ex magistrati Di Pietro e Ingroia, potesse fare nascere negli elettori qualche speranza, ma solo speranza e nulla di più.
È vero, c?è stato un accanimento da parte di certa magistratura, ma ora che i giochi sono fatti, se è vero che Silvio ama l?Italia, che la liberi, si ritiri nella sua prigione dorata e con buona pace degli assalitori, presti il fianco al saccheggio che inevitabilmente segue la conquista della città.
L?italia ha urgente bisogno di un governo forte, di un governo che esca fuori da una consultazione elettorale che sia degna di questo nome e non di balletti o di spettacoli teatrali di cui gli italiani sono stramaledettamente stanchi.
Le sfide, o per meglio dire i giorni che ci attendono sono e saranno duri, il confronto con gli altri stati dell?Unione, ed in particolare con la Germania, sarà particolarmente importante per la nostra sopravvivenza economica in Europa.
Il governo attuale è un governo imposto; con buona pace di tutti, da quando abbiamo avuto Monti, noi siamo un popolo sovrano solo sulla carta.
Ma per il bene dell?Italia, e degli italiani, occorre modificare una legge elettorale di cui tutti i partiti dell?emiciclo parlamentare, portano un eguale fardello di colpa.
Per quanto riguarda gli strali di Bondi sulla guerra civile, ci sono stati momenti in cui l?Italia l?ha veramente rischiata la guerra civile, ma non è successo allora e non succederà ora.
Occorre mettere un punto fermo e ripartire da quello se volete essere ancora un partito, che abbia la forza di rinnovarsi per rinascere dalle sue ceneri, altrimenti finirete come la cenere, che il vento inevitabilmente disperde.
Giuseppe Morello
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