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Ritirarsi dall?Afghanistan, se solo l?Italia avesse spina dorsale?

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L’ELZEVIRO
Il tricolore, troppo spesso come oggi a mezz’asta.

L?ultima notizia della morte di tre soldati in un?operazione di soccorso in quel dell?Afghanistan incollerisce (a ragione) il popolo.

E? ormai nei cuori di tutti gli italiani che hanno guardato con dolore agli avvenimenti di laggiù quel dubbio che dal 2001 ha cominciato ad insinuarsi nelle coscienze: l?azione dei militari non può cambiare le tradizioni radicate nell?estremismo dei costumi e della religione. (?)

In un momento di recessione economica mantenere il contingente militare in Afghanistan appare sempre più una scelta asservita al volere dei capetti dell?Occidente e non già dettata da opportunità reali di aiuto solidale ad un Paese nella sua ricostruzione. Se vi fosse soltanto la volontà di ricostruire un paese lacerato vi sarebbe esigenza ed opportunità dell?impiego dei nostri militari in ben altre zone del mondo, africane in primis, e balcaniche in secundis. In quei paesi come Afghanistan e Pakistan l?Italia, a differenza di Usa, Gran Bretagna, India, Russia e Cina non ha una storia, né dei reali interessi sociali od economici da difendere, pertanto il perpetrare della missione in quell?avamposto dell?Islam nell?Oriente appare oggi più che mai scriteriato.  

La forza militare italiana dell?Esercito, appare molto più utile in patria od in zone sensibili vicine all?Italia, come i paesi dell?ex-Jugoslavia.

L?Alleanza atlantica ha dimostrato ancora una volta di fallire clamorosamente, e l?Italia di non avere mai nessuna critica da muoverle. La missione ISAF della NATO in Afghanistan svolge attività di supporto al Governo afghano nel mantenimento della sicurezza, sia attraverso la conduzione di operazioni militari secondo il mandato ricevuto, sia attraverso il contributo ad azioni umanitarie e di ricostruzione. Il contingente italiano è schierato nella regione di Herat, con 3.952 unità. Durante la missione ISAF hanno perso la vita 45 componenti del contingente italiano, di cui 28 in seguito ad attentati o conflitti armati.  

E? ormai nei cuori di tutti gli italiani che hanno guardato con dolore agli avvenimenti di laggiù quel dubbio che dal 2001 è serpeggiato nelle coscienze: l?azione dei militari non può cambiare le tradizioni radicate nell?estremismo dei costumi e della religione. La democrazia, ammesso e non concesso che sia la migliore forma di governo, non è esportabile. L?islamismo estremista finirà sempre per vincere a meno di un?impossibile ingerenza estrema nelle istituzioni, che sarebbe impossibile proprio per l?antidemocraticità insita in un?azione di tal fatta. I talebani non si possono debellare, per stanare un uomo (Bin Laden) coperto dai Talibansci sono voluti più di dieci anni, come si farà mai a smantellare il sistema dei talebani? Il problema rimane insolubile, mentre i nostri militari continuano a morire ed il cordoglio si accompagna ad una crescente voglia di smarcarsi da un asservimento indegno agli Stati Uniti ed alla Nato da costoro capeggiata.

Freddie

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Di Redazione Elzeviro.eu

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