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Immigrazione: ecco perché Papa Bergoglio sbaglia

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Il pontificato bergogliano sarà ricordato come uno dei più controversi della lunga storia della Chiesa. Le teorie e l’ideologia portate avanti da questo papa venuto dalla fine del mondo così come aveva annunciato in piazza San Pietro il giorno della sua elezione, stanno provocando ogni giorno che passa una montante marea di polemiche. Papa Francesco in effetti sta facendo di tutto per rompere con la tradizione secolare della Chiesa ma la direzione da lui intrapresa, pur caratteriizzata da una certa dose di coraggio personale, non sempre pare illuminata dalla stessa luce che caratterizzava i suoi due ultimi illustri predecessori dei quali uno ancora in vita.

 

Le esternazioni del pontefice infatti sembrano spesso andare nella direzione opposta a quella della dottrina evangelica rasentando sempre di più certe ideologie di stampo new age o addirittura una sorta di demagogismo populista che vede il mondo diviso tra i cattivi, ricchi e borghesi, da una parte e il popolo povero e…quindi buono dall’altra. Una differenziazione categoriale che non appartiene di certo al messaggio di Cristo che al limite invita a non adorare “Mammona” ma a mettere Dio al primo posto. Per Cristo infatti non ci sono buoni e cattivi divisi da una linea di fuoco ma solo figli-fratelli accomunati tutti dalla stessa fragilità umana.

 

Imporre una dicotomia sociale tra chi possiede più denaro e chi meno vuol dire tornare indietro ai concetti marxiani di liberazione del proletariato e delle masse in un’ottica materialista di domino terreno del mondo. Un’ideologia, quella bergogliana che, in modo tutto sommato coerente, sta toccando anche il nodo drammatico della fenomeno migratorio di massa degli ultimi anni. Papa Francesco, in modo abbastanza semplicistico, ha limitato il problema dell’immigrazione ad una visione puramente egoistica da parte dei paesi industriali che difenderebbero la loro prosperità contro la marea montante dei disperati e dei poveri del terzo mondo.

 

Il Pontefice dimentica però che, appellandosi all’accoglienza di massa, si arriverebbe soltanto al disastro totale e irreversibile della società che conosciamo. In primo luogo perché, come ha sottolineato Paul Collier docente di Economia e Politiche pubbliche di Oxford (dal blog “Lo straniero” di Antonio Socci) favorire un’immigrazione indiscriminata da esodo biblico vuol dire andare ad affossare definitivamente i paesi di provenienza. Paesi che, invece di essere aiutati e supportati con politiche di medio-lungo termine, finirebbero per morire definitivamente anche per mancanza crescente ed esponenziale di risorse umane su cui poter fondare una ricostruzione economica. In secondo luogo perché è facile dire aiutiamo tutti, più difficile farlo quando ci si ritrova nella necessità di raschiare dal fondo del barile risorse già limitate che non bastano neppure per i poveri dell’Occidente che in questo modo finirebbero per essere sacrificati in nome di un non ben precisato solidarismo economico di stampo pseudo socialista.

 

Il Papa quando fa le sue esternazioni nel campo sociale dovrebbe tenere conto della complessità dei problemi che lui in modo un po’ ingenuo ignora cercando di risolvere con un colpo di spada come fece Alessandro Magno con il nodo gordiano. Non ce ne voglia il Santo Padre ma forse dovrebbe capire che non sempre la frase roboante, in grado di ricevere l’applauso da parte dei media e della massa, implica sempre la soluzione più giusta ai gravi problemi che angosciano l’umanità. Se così fosse l’uomo non avrebbe ancora oggi bisogno della Redenzione salvifica di Dio e vivremmo già tutti nella pienezza del tempo escatologico dove il lupo vive insieme all’agnello e dove non c’è più pianto e dolore ma così…come ben sappiamo purtroppo non è. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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