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Pace in terra agli uomini di buona volontà

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Alla fine Papa Francesco ha puntualmente mantenuto la promessa fatta quasi un mese  fa: Simon Peres e Abu Mazen, nel tardo pomeriggio di ieri, si sono incontrati in Vaticano per un incontro di preghiera per invocare la pace insieme al Patriarca Ortodosso Bartolomeo I. Un evento di per sé straordinario che ha unito per una preghiera comune i rappresentanti delle tre più grandi religioni monoteiste del mondo. Prima dell’invocazione avvenuta nei giardini vaticani tra la casina Pio V e i musei vaticani, il Papa ha ricevuto in Casa Marta i suoi ospiti, accogliendoli come un affettuoso padrone di casa. Prima è arrivato Peres e poi Abu Mazen in leggero ritardo. I due capi di stato, fino all’altro giorno nemici giurati a causa di un eterno conflitto mai risolto e mai sopito, si sono abbracciati alla presenza di un sorridente Papa Francesco.
 

I tre, insieme all’altro invitato d’onore, il Patriarca Ortodosso Bartolomeo I, si sono poi recati a bordo di un pulmino verso i giardini vaticani, in un’atmosfera di calorosa e gioiosa intimità come vecchi amici che si ritrovano dopo tanto tempo. Papa Bergoglio ha quindi accompagnato i suoi ospiti lungo il vialetto che si snoda attraverso la suggestivà bellezza del parco del Vaticano, fino al luogo destinato alla preghiera comune. Lì, in una zona del parco assolutamente neutra e immersa nella natura, senza ipocrite manifestazioni di inutile sincretismo, si è svolta in tre momenti diversi l’invocazione a Dio Onnipotente in lingua araba, ebrea e italiana.
 

Ognuno ha potuto così invocare il Dio comune usando le espressioni del proprio culto. Alla fine dell’invocazione Simon Peres e Abu Mazen, insieme al Patriarca Bartolomeo e al Santo Padre hanno recitato la preghiera finale: “Signore disarma la lingua e le nostre mani“. Dopo il momento solenne e intimo al tempo stesso dell’orazione comune, insieme al Papa i tre uomini si sono recati nella casina Pio V per un colloquio finale. L’incontro ha quindi avuto termine intorno alle ore 21. Importanti e dense di significato sono state le parole usate dal Santo Padre che ha messo l’accento sul concetto, quasi paradossale, che ci vuole molto più coraggio per fare la pace che non per fare la guerra, coraggio accompagnato da una grande forza d’animo. Papa Francesco ha poi parlato del ruolo spesso decisivo che il Male, Satana, ha avuto nell’ostacolare fino ad oggi il raggiungimento della pace. Il Santo Padre ha ricordato che l’arma più potente che l’uomo ha a disposizione per combattere appunto il Diavolo e la sua azione è la preghiera, soprattutto quando viene fatta con fede.
 

E così è stato ieri con i capi di due popoli da sempre in conflitto che hanno per un attimo deposto le armi e le diffidenze, per abbracciarsi come fratelli e pregare insieme Dio con l’umiltà necessaria per rendere feconda la loro invocazione. Papa Bergoglio non ha usato, se non in modo puramente collaterale, le “armi” della diplomazia, si è “limitato” ad usare l’arma più efficace per un Cristiano: quella della Fede in Dio. E con questa ha iniziato ad intraprendere insieme ai suoi ospiti, il lungo e faticoso percorso verso la pace.
 

Sia il Papa che i suoi tre illustri ospiti, a suggello simbolico dell’evento, hanno piantato un ulivo nei giardini vaticani, questo millenario albero è molto lento nella sua crescita ma al tempo stesso è forte, determinato e resistente alle intemperie: basta avere il coraggio di piantarlo e la costanza di coltivarlo, al resto penserà Dio nella sua infinita misericordia. Il primo importantissimo passo è stato compiuto, il seme è stato interrato, ora sarà Dio a fare il resto grazie anche alla collaborazione fattiva dell’uomo che dovrà pronunciare quella frase così inizialmente ostica al povero San Tommaso e che tutti i Cristiani ripetono nella Santa Messa domenicale:  io credo

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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