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Dall’incontro tra Francesco e Putin: maggiore intesa per la pace in Siria e la difesa della persona
Lunedì pomeriggio, Putin ha raggiuno il Vaticano con un’ora di ritardo, a causa di un ritardo nel volo. Quando è arrivato nel cortile di san Damaso, ad accoglierlo c’era il Prefetto della Casa Pontificia, Georg Gänswein; subito dopo è salito nella biblioteca, ove Francesco lo aspettava. L’incontro tra i due è durato 35 minuti. Presente ma alla fine, anche il nuovo Segretario di Stato Pietro parolin. Non è stata la prima volta in cui il presidente russo incontrava un Papa.
Nel 2000 e nel 2003 era stato ricevuto da Giovanni Paolo II; da Benedetto XVI nel 2007. Ma con Francesco il rapporto è diverso: entrambi convergono sulle soluzioni per la questione siriana; le origini argentine del Pontefice lo fanno apparire lontano da influenze filo-statunitensi, cosa che tranquillizza i dirigenti del Cremlino; e le sue intenzioni di “imparare” alcuni aspetti dell’ecclesiologia ortodossa, come ha detto a padre Antonio Spadaro, su La civiltà cattolica, hanno conquistato le simpatie della Chiesa russa, che nei confronti del papato, specialmente quello del predecessore polacco, ha sempre mostrato sospetti, temendo azioni di proselitismo. Insomma, i rapporti tra Chiesa cattolica e Russia appaiono sempre più distesi.
E proprio in una situazione serena, come si era previsto, si è parlato della situazione in Siria e dei cristiani delle Chiese orientali. Come ricorda il comunicato della Sala Stampa Vaticana: “Si è espresso compiacimento per i buoni rapporti bilaterali e ci si è soffermati su alcune questioni di interesse comune, in modo particolare sulla vita della comunità cattolica in Russia, rilevando il contributo fondamentale del cristianesimo nella società. In tale contesto, si è fatto cenno alla situazione critica dei cristiani in alcune regioni del mondo, nonché alla difesa e alla promozione dei valori riguardanti la dignità della persona, e la tutela della vita umana e della famiglia. Prosegue ancora il comunicato: “E’ stata prestata speciale attenzione al perseguimento della pace nel Medio Oriente e alla grave situazione in Siria, in riferimento alla quale il Presidente Putin ha espresso ringraziamento per la lettera indirizzatagli dal Santo Padre in occasione del G20 di S. Pietroburgo”. In particolare “è stata sottolineata l?urgenza di far cessare le violenze e di recare l?assistenza umanitaria necessaria alla popolazione, come pure di favorire iniziative concrete per una soluzione pacifica del conflitto, che privilegi la via negoziale e coinvolga le varie componenti etniche e religiose, riconoscendone l?imprescindibile ruolo nella società”. L’invito in Russia, però, non c’è stato. Ovviamente la Santa Sede non lo so aspettava, anche perché non spetta a Putin; bensì al patriarca Kirill. E non essendo come il predecessore, Alessio II, potrebbe incontrare il Papa tra non molto. Forse però avverrà in un Paese neutro e non ancora in Russia. Comunque, il Patriarca russo ha pur sempre mandato i saluti al Papa tramite Putin.
Al termine del colloquio privato, Francesco ha incontrato i membri della delegazione al seguito di Putin. Dopo il Papa e il presidente si sono scambiati i doni. Il primo ha offerto un mosaico raffigurante i giardini vaticani, mentre il secondo ha donato un’icona della Madonna di Vladimir, detta anche Madonna della tenerezza; insieme hanno fatto il segno della croce, di fronte ad ella. Stupisce positivamente la scelta di Putin, poiché dimostra attenzione a uno dei temi cari al Pontefice: la tenerezza appunto. Tutto questo conferma che tra i due si è instaurata una forte intesa. Forse le previsioni di Scola iniziano a concretizzarsi: sembrano gettarsi le basi per un nuovo ordine mondiale dal volto umano.
