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Ministro Kyenge e radicali, ma che state a di?!?

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In questi ultimi giorni, non devono essere sfuggite le dichiarazioni del ministro all?integrazione, e né tanto meno le richieste referendarie del partito radicale. La Kyenge, commentando il 4 settembre la proposta del consigliere del Comune di Venezia, Camilla Seibezzi, di togliere dai moduli di iscrizione ad asili e scuole la denominazione “padre” e “madre” per lasciare spazio a “genitore 1” e “genitore 2”, si è espressa favorevole a tutto ciò; in nome delle “pari opportunità”, per non offendere le coppie omosessuali. Nel caso dei radicali, invece, si deve parlare del cavallo di Troia che hanno donato ai berlusconiani. E? vero che uno dei punti riguarda la giustizia – non a caso Silvio Berlusconi ha firmato – ma ci si rende conto degli altri quesiti? Non punire col carcere, né con lavori di pubblica utilità, chi detiene e spaccia droga. La cancellazione del reato di ingresso senza permesso in Italia. La possibilità del divorzio breve. La riduzione della quota dell?8 per mille ? Berlusconi non sembra preoccuparsi di questi punti, in particolare degli ultimi due. Molto strano, dato che ha guidato/guida il centrodestra, storico difensore della famiglia e della libertà religiosa. Giustamente, Alfredo Mantovano si chiede su Tempi come possa fare scelte contro se stesso.

Provare a leggere nella mente di Berlusconi è impossibile, mentre esprimere un giudizio su quanto espresso da madame Kyenge e dai radicali no. Pur esprimendo cose diverse, partono comunque dalla stessa interpretazione della storia. Che ci sarebbe uno spirito dei tempi (Zeitgeist) capace di dettare le regole sul modo di pensare: se “dice” che oggi il matrimonio non va bene, perché lo considera una sorta di gabbia dorata dei tempi andati, o che padre e madre sono oramai termini obsoleti e stereotipati, si devono togliere, per ciò che considera più appropriato al tempo che si vive.

Ma non è così. Sia il ministro che i radicali dovrebbero ricordarsi che esiste una realtà che viene prima delle pretese di ogni uomo. In particolare la Kyenge farebbe bene a capire che qui non c?entrano le discriminazioni di genere, ma la natura. Non è giusto togliere i nomi di mamma e papà, per fare contente le coppie omosessuali. Perché l?ingiustizia che si compie è non considerare importante la naturale fecondità dei primi, che procreano. I secondi, invece, sono infecondi e possono solo adottare. E il matrimonio, se lo ricordino bene gli amici di Pannella e Bonino, riconosce e custodisce il rapporto che porta alla vita. E se va in crisi, non è perché non è in grado di rispondere alle esigenze del mondo di oggi. Anzi il contrario; se è vero, salva dalla solitudine quotidiana. E? la scelta dell?uomo contemporaneo a creare i problemi: ha abdicato al suo ruolo di creatura, pretendendo di essere creatore di sé e di tutto. Da protagonista è finito a fare il clochard di periferie esistenziali.

 La questione è antropologica nel senso che vi è una confusione umana, ma è specialmente politica, giacché vi sono delle “agende” di potere che confondono apposta. Come fanno con l?8 per mille, non dicendo che si può scegliere a chi destinarlo e che risolve non pochi problemi allo Stato, trovando per esso le risorse di cui spesso non dispone. Per concludere, le proposte di Kyenge e radicali sono figlie di ideologie che chiudono gli occhi davanti alla realtà. E non rispettare la realtà è segnale di un pericoloso degrado del contesto sociale e culturale.

Domenica 15 settembre, beata Maria Vergine Addolorata

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Di Redazione Elzeviro.eu

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