È diventato fondamentale conoscere il futuro. Il mondo ha sempre più bisogno di statisti, di meteorologi, di astrologi. Non si vive senza sapere chi vincerà le elezioni, quante probabilità ci sono che segni Ronaldo, se domani pioverà o splenderà il sole e se Venere influirà sul mio buon umore. Nessuno sembra però pensare ad un futuro molto più importante: quello dei nostri figli.
In questa sede non ci chiederemo se ci sarà ancora un mondo dove potranno vivere o se invece saranno sommersi dal mare e dai cambiamenti climatici. Il nostro obiettivo è invece quello di parlare di umanità. Sembra banale, ma per quanto tutti noi siamo ossessionati dal futuro, non c’è nessun organo collettivo, governo o associazione, che si preoccupa delle nuove generazioni. Le leggi sono sempre ed esclusivamente limitate al presente.
La tecnologia di cui ci circondiamo rappresenta ormai gran parte della nostra vita, bisogna però chiedersi se questo sia un bene.
I bambini nati dopo gli anni 2000 erano nel pancione di mamme che usavano frequentemente il cellulare. Sin da piccoli sapevano armeggiare con tablet, smartphone e pc, con grande ammirazione di genitori che se ne vantano e li lasciano giocare soli. Tutti apparentemente ignari di un grande pericolo:
le onde elettromagnetiche.
Sono come il vento, nessuno le vede, eppure ci sono. Le generazione di oggi, i nuovi nati e i nostri adolescenti, sono stati irraggiati fin dall’utero con onde elettromagnetiche. Onde che su un adulto, che usa il cellulare, si fermano in prossimità dell’orecchio, mentre nei bambini attraversano il cranio da parte a parte. Più del 26% dei decessi di bambini sotto i cinque anni, sono dovute a queste evitabili esposizioni ambientali.
Nell’ambiente inquinato di oggi i genitori possono trasmettere delle alterazioni epigenetiche ai figli, che da adulti avranno un rischio di malattie cronico-degenerative più elevato. In parole povere: tumori, obesità, alzheimer, diabete.
L’OMS ha collocato già dal 2011 i campi elettromagnetici nel gruppo 2D, cioè potenzialmente cancerogeni per l’uomo. Oggi la letteratura scientifica ha già dimostrato che non esiste più la parola “potenzialmente”. Sono cancerogene.
Tutto questo non ha effetti solo sulla salute fisica, ma anche su quella mentale.
Lo sviluppo fisiologico di un bambino ha bisogno dell’interazione umana, deve comprendere gli atteggiamenti, il giusto e lo sbagliato, deve osservare e poter comunicare con i propri genitori e coetanei. Oggi invece già a partire dai due anni un bambino è in grado di utilizzare uno smartphone e ci sono buone probabilità che col passare del tempo preferirà giocare con questo strumento tecnologico anziché con i suoi amici.
Si sta perdendo completamente il controllo del futuro, lasciando crescere un orda di zombie con deficit di attenzione, indifferenti al contatto umano e impreparati ad una vita vera.
Corriamo tutti verso il progresso, senza capire che l’uomo deve correrci insieme.
È giunto il momento di assicurarci un futuro, di fare le leggi giuste, di capire se il 5G è veramente necessario. Smettiamo un secondo di pensare a quale tecnologia potrebbe migliorare il mondo e capiamo se potrà migliorare l’uomo. Salviamo i nostri bambini.
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