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La Lega sbanca Roma perché la destra è morta e sepolta

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Scriveva due anni or sono Veneziani che la destra “non è morta d’identità ma di nientità, non è morta di estremismo ma di mediocrità. Non è morta di saluti romani ma d’imitazioni maldestre. La sua scomparsa non lascia tracce di sé. Nessuna delle critiche di gestione mosse alla destra si può attribuire alla sua storia, alla sua indole e ai suoi valori; anche gli aspetti peggiori, come quelli che hanno preso il nome e il faccione simbolico di Fiorito, non nascono dalla sua storia. Erano modi di adeguarsi all’andazzo, tentativi di mostrare che erano uomini di mondo, sapevano stare al potere e in società, sanno come si usa, non sono mica fessi.” 

Cosa è cambiato da due anni a questa parte, tempi in cui la cosiddetta sinistra attuale è stata investita dai medesimi e anche più ampi scandali? Nulla, ma il Pd prospera in quella ripresa neodemocristiana renziana, che tutto puote in seno al primo partito d’Italia, con buona pace dei Cinque stelle, che forse sono attualmente il partito più identitario (sic) che abbia un peso elettorale, anche se non effettivo. Ecco spiegato il successo della Lega Nord per l’indipendenza della Padania in quel di Roma, per tanti e troppi anni chiamata “ladrona”, “terronia”, ecc. salvo poi infilarsi nelle sue istituzioni ed attingervi a piene mani illegittimi rimborsi da reinvestire in diamanti in Tanzania, in barche per il figlio del leader, per l’improbabile investitura del(l’altro) figlio scemo alla successione della guida della Padania.

Nulla è cambiato: anni di lotta, di valori e di identitarismo buttati al vento, o meglio, a porchetta, ravioli e finanziamenti ai partiti mascherati da rimborsi elettorali. Ecco perché Salvini attira, perché è uno che, anche se pregno di una retorica demagogica atta ad attrarre il consenso, il consenso lo attrae perché parla “terra a terra”, perché fa gesti eclatanti ma condivisi dalla popolazione, come andare nel campo rom a prendersi le botte degli antagonisti, per denunciare la situazione di estremo degrado e pericolosità sociale ed igienica dei campi. Perché va da Graziano Stacchio, prossima palese vittima della giustizia inesistente italiana, che dovrebbe essere riformata da un signore che non solo non ha una laurea in legge, ma di laurea non ne ha alcuna, in barba alla meritocrazia.

E non frega niente, a Salvini, di dire che non si è laureato, e nemmeno che probabimente non ce l’avrebbe fatta. Vuole promuovere la meritocrazia, ma fa trasparire il concetto che la nuova Lega (che come afferma il quasi-dissidente Tosi è ancora molto pregna della vecchia) sia un partito pane al pane e vino al vino, che sta vicino alla gente, come solo un partito vecchio stampo poteva fare o far finta con successo di fare.
Non un aggregatore mostruoso e titanico, non il partitino di un uomo solo, vecchio e svogliato, non un partitello di poltronari, non uno scialbo cartello elettorale che porta simboli antichi ormai spenti solo per attrarre quel 2% di consensi. Fa piacere che Salvini a destra non trovi veri alleati, come un Berlusconi con la testa obnubilata da fidanzate e accordi con Renzi per i propri interessi, oppure un Alfano poltronaro, bensì si allei con un partito anti sistema, piccolo ma forte sul territorio e vicino alla gente come Casapound Italia.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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