Non ha alcuna importanza che sia stato fatto notare che 7 anni vengono inflitti per banda armata, atti terroristici e fatti gravi: per Berlusconi è bastata una telefonata ad un funzionario di polizia (delle sentenze si deve solo prendere atto senza proferir verbo). Si vedrà in appello come andrà a finire, dove per altro è già stata fissata la data per la riunione in camera di consiglio il 18 luglio prossimo. Ora sul tavolo c’è la possibilità della revoca dei servizi sociali, perché l’uomo più potente d’Italia, quasi 78enne, è stato accusato di aver pubblicamente oltraggiato i magistrati in aula a Napoli.
Non sta a noi giudicare se quanto ha detto è un’accusa, un’offesa o un oltraggio, certo è che l’ex cavaliere, convinto di aver ragione, ha avuto il coraggio di sfidare coloro che l’hanno ridotto ad uno zerbino. Ma come diceva Andreotti, che la sapeva lunga, non basta avere ragione, bisogna che te la diano nelle sedi opportune. Lui, il democristiano più noto e più longevo della storia d’Italia, ha vinto la sua causa dopo 11 anni di processi, 2 milioni di pagine di atti e 1500 pagine di motivazioni; Berlusconi non si sa ancora, ma l’aria che tira a Milano non si può definire buona. Quasi sicuramente il suo ciclo politico è finito e con lui si conclude pure la 2° Repubblica.
Non è iniziata come vorremmo la terza, ma dobbiamo armarci di tanta pazienza senza demordere.