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Dopo lo scandalo Expo, dopo aver voltato pagina sulla vicenda Scajola e lady Matacena, ora è la volta del Mose, l’opera faraonica da 5793 milioni di euro ideata per fermare l’acqua alta a Venezia. La prima pietra venne posata nel 2002, ma il terremoto è arrivato ora, in quasi dirittura d’arrivo (2016). Al momento si contano 35 arresti, ma siamo solo all’inizio.
Il sindaco PD della città della laguna è già ai domiciliari, ma sulla graticola ci sono magistrati, imprenditori, politici ( tra cui Giancarlo Galan) e lex generale della finanza Emilio Spaziente. Al Tg di ieri sera (4/6), Mentana ha dichiarato che dalle indescrizioni trapelate, gravano accuse pesantissime sull’ex governatore veneto di FI, in sella fino al 2010.
Pare che per chiudere un occhio (o tutti e due) abbia ricevuto un milione di euro all’anno (dal 2005 al 2008) e che abbia intascato molti soldi anche nel 2012. Dal momento che la bufera sta scoppiando nel PD e in FI, si tratta di larghe, profonde e sporche intese. Con una classe politica così corrotta (sempre pronta a riciclare i suoi membri spostandoli da una carica all’altra), ostinarsi a credere nell’onestà di qualcuno è molto difficile. Questi nostri “rappresentanti” non solo sono pappa e ciccia con i banchieri che li foraggiano per tenere a bada poveri tapini (illudendoli con menzogne pronunciate con faccia tosta e pelo sullo stomaco), ma se la fanno con i faccendieri della peggior risma. Ci siamo assuefatti ad ogni nefandezza, e non sentiamo neppure più la puzza della sozzura su cui camminano. Il motore che spinge a “far politica” è il denaro, solo ed esclusivamente il denaro. Capito questo ci si rende conto che la democrazia non è altro che una buffonata.
di Giuseppe Franchi N.a.a.
