Meglio un morto in casa, che un Pisano all?uscio.
Nulla contro gli amici Pisani, per carità, per par condicio tocca anche ai Marchigiani, ma il detto è detto e i motivi si sanno: erano i tassatori folli, coloro che esigevano le gabelle dei vampiri del tempo, i dignitari, come quelli odierni di Camera e Senato. Letta ha mantenuto vivo il proverbio, tassa e le spara grosse per giustificare quello che fa. Giudicatemi il prossimo anno ha dichiarato il nostro, giudicatemi alla fine.
Basta leggere quello che i vertici dell?Inps hanno dichiarato in questi giorni per far ribollire il sangue, ma loro non ne hanno, nelle vene. L?Ente è sul baratro, l?accorpamento all?Inps dell?Inpdap ha prodotto una rovina finanziaria, gli utili della cassa previdenziale dei lavoratori privati è stata divorata da quella del pubblico impiego, del resto i privati non sono mai andati in pensione dopo aver indossato da qualche anno i calzoni lunghi. Se avessero un po? di coraggio farebbero ammenda: hanno usato la P.A. come ammortizzatore sociale e adesso é arrivato il conto. Ma non è solo l?Inps a essere allarmato: giornali e TV urlano: nei primi nove mesi sono fallite 10000 (diecimila per chi non conosce i numeri,leggesi parlamento) tra aziende e negozi. Sommiamole alla delocalizzazione ed è presto fatto il conto.
L?Italia è in “bankrupt” ovvero bancarotta, sempre per i soliti del parlamento. In una situazione del genere costoro dovrebbero pensare a salvare questa Nazione, invece si occupano di stupidate come la legge contro l?omofobia, il decadimento di Berlusconi, o sapere con chi è andato a letto. Imu sì o meglio di no… Le provincie, lasciamole stare. I peggiori stanno al governo e tutto questo mentre ascoltiamo gli statisti a 5 stelle che parlano di reddito di cittadinanza per il modico costo di 30 miliardi di euro, conti di Fassina. Signori, attendiamo fiduciosi: l?Italia sta implodendo, prepariamo una nuova classe dirigente che non vede nella politica un lavoro, ma una vocazione al servizio del cittadino, come diceva mio nonno tre volte sindaco e senza stipendio.
Achille Altimari