L’Argentina si avvicina sempre più alla realizzazione della legge per la legalizzazione dell’aborto.
Con Cuba, Uruguay e Città del Messico, il paese diventerebbe il quarto in America Latina a ottenere la depenalizzazione dell’aborto in ogni circostanza. Ora infatti alle donne argentine è concessa l’interruzione volontaria della gravidanza solo in caso di stupro o grave situazione di pericolo per la madre.
Dopo la vittoria nel dicembre 2019 del partito comunista argentino Frente de Todos, il presidente Alberto Fernández aveva dichiarato il suo impegno verso l’approvazione di una legge abortiva.
Il 2 marzo 2020, nel suo primo discorso inaugurale al Congresso, Fernández aveva annunciato la notizia
La situazione delle donne incinte in Argentina ha aspetti diversi. Le sfide che devono affrontare le donne che vogliono avere un figlio sono diverse da quelle che assumono coloro che decidono di interrompere la gravidanza.[…]L’esistenza della minaccia penale non solo è stata inefficace nel dimostrare che l’evoluzione sociale va oltre la norma stessa. Ha inoltre condannato molte donne, generalmente di risorse limitate, a ricorrere all’aborto nella più assoluta clandestinità, mettendo a rischio la loro salute e talvolta la loro vita.[…]
Insieme alla legge che cercherà di legalizzare l’aborto, invieremo al Congresso Nazionale un disegno di legge che stabilisce il Piano dei 1000 giorni, per garantire l’attenzione e la cura integrale della vita e della salute della donna incinta e dei suoi figli nei primi anni di vita.
Il discorso è stato accolto con gioia dai movimenti femministi del paese, soprattutto dalla Campana Nacional por el Derecho al Aborto Legal Seguro y Gratuito (campagna nazionale per il diritto all’aborto legale sicuro e gratuito) che combatte da 15 anni a favore della legge.
L’effetto sui movimenti cattolici pro-vita è stato diverso.
Lo scorso 8 agosto infatti si è tenuta la manifestazione online organizzata dal movimento pro-vita (Unidad Pro-Vida). A due anni esatti da quando il Congresso bocciava il progetto sulla legalizzazione dell’aborto, il movimento ha istituito la Giornata internazionale di azione in difesa di due vite.
In risposta, i movimenti abortisti
si sono scagliati contro la Chiesa e i crimini commessi durante la dittatura di Videla. Durante il suo regime le istituzioni cattoliche del Paese sono entrate a far parte appunto dell’atroce meccanismo di furto di bambini (alle ragazze che partorivano in carcere venivano sottratti i neonati, per poi darli in adozione, punto in cui interveniva la Chiesa).
Un mese fa, il 17 novembre 2020, il presidente argentino aveva annunciato l’invio alla Camera del progetto di legge. Il giorno dopo la Campana Nacional convocava una giornata di mobilitazione nazionale per velocizzare l’inizio dell’iter legislativo.
Le ultime notizie risalgono all’11 dicembre, data in cui la Camera dei deputati ha approvato la proposta di legge per la legalizzazione dell’aborto. 131 a favore, 117 contro e 6 astenuti.
Questo rappresenta il primo via libera per il progetto di legge, che ora deve aspettare l’approvazione del Senato che dovrebbe tenersi in queste settimane.