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Barack Obama e la trappola irachena

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di Vincenzo Mannello
 

Obama annuncia l’invio di altri 500 “addestratori” americani in Irak, portando  così  a 3.500 la presenza militare attiva a Baghdad  per fermare il dilagare dell’Isis.
 

Ogni soldato che va sul terreno aumenta, tuttavia, la percentuale di fallimento sua, degli Usa e dei suoi servi Nato. Così è stato dal Vietnam fino ad oggi e lo sarà sempre: la Storia parla chiaro.
Quanto all’Isis, figlio ingrato a stelle e strisce, può essere fermato (non eliminato) soltanto dalla resistenza di Assad in Siria e con l’intervento diretto dell’Iran, ormai prossimo.

È vero che la strapotenza militare americana permetterebbe di sbaragliare le milizie del Califfo, già si è visto con Saddam Hussein. 

Ma dopo?

Anche se lo ammazzassero, al posto di Al Baghdadi prima o poi spunterebbe un altro Califfo che,sfruttando la barriera d’odio creatasi (anche grazie alle guerre dei Bush) tra sunniti e sciiti, continuerebbe nell’opera di “liberazione e riscatto” contro gli “infedeli” occupanti, occidentali e/o musulmani che fossero.

Senza la pretesa di essere un grande esperto di geopolitica e di strategie militari, di quelli che (lautamente pagati) vanno in tv, radio o scrivono sui principali quotidiani per sostenere le tesi “interventiste”, si può ritenere sia abbastanza facile interpretare la situazione pregressa, attuale e, presumibilmente, futura di quel teatro di guerra.

Le campagne militari Usa nei paesi musulmani (vere e proprie “crociate” occidentali per esportare con la forza la democrazia ed importare con forza combustibile fossile) hanno creato centinaia di migliaia di morti, in gran parte vittime civili innocenti: milioni di profughi ed il collasso di intere nazioni
Queste erano rette da regimi che fungevano da barriera contro le forme di integralismo religioso, dimostratesi piú pericolose delle  improbabili “collusioni” terroristiche addebitate ai Saddam Hussein, ai Gheddafi, agli Assad colpiti dalla furia occidentale direttamente con le armi.

Cui vanno aggiunti tutti gli altri “dittatori” dei paesi musulmani, destabilizzati e cacciati tramite le varie “primavere arabe”, come Egitto e Tunisia.
In questo momento, riflettano i lettori sulla base (già insufficiente) delle informazioni loro propinate dai media maggiori, su quanto leggono,vedono e sentono.
In Iraq e Siria lo Stato Islamico (Isis) avanza e conquista territori, incontrando minore o maggiore resistenza da parte di chi lo contrasta…e senza eccessivo disturbo creato della coalizione crociata di BombObama e soci occidentali (aperta pure agli alleati musulmani).

Migliaia di raid aerei di 46 nazioni non riescono a fermare l’onda jihadista che vuol creare il nuovo Califfato sunnita… come mai?
Sono le stranezze delle guerre moderne…,specie da quelle parti !!
Contro Isis combattono davvero soltanto i soldati di Assad e (da poco tempo) le milizie sciite di Hezbollah con i Pasdaran iraniani, piú poche truppe irachene ed alcune etnie di grande capacità guerriera come i Kurdi.
Per tutti questi è questione di sopravvivenza, pure fisica: vincesse il Sunnismo, e cadesse nelle mani di Al Baghdadi la Siria, ci sarebbe un bagno di sangue do portata epocale…e l’Iran sarebbe il prossimo bersaglio.

Non dei soli “terroristi” (strano, sono milioni che li seguono) ma dei loro finanziatori e sostenitori di fatto: paesi del Golfo, Giordania, Turchia e senza contare Israele (che, addirittura, li cura).
Tutti, proprio tutti, legati a filo doppio con gli Usa e direttamente (Erdogan ed i turchi) con la Nato.
Così, seguendo questa semplificazione sintetizzata (viceversa servirebbero centinaia di pagine) si torna dritti agli Stati Uniti.
Hanno allevato, finanziato ed armato l’Isis particolarmente in funzione anti Assad, per rovesciare il legittimo governo siriano e per indebolire di fatto l’Iran e la Russia.

Ora, sfuggitagli (sembra) di mano la “creatura”, BombObama non sa bene cosa fare e “come” farlo. Rimandare truppe di terra in Iraq sarebbe militarmente logico, ma folle sul piano politico, men che meno intervenire in Siria ed ora pure in Libia.
Meglio temporeggiare, cazzeggiando…magari in attesa di arrivare a fine mandato!

N.B.: quanto sopra ha un riferimento geopolitico volutamente limitato. Se ampliassimo la riflessione (come obbligo di un analista sarebbe) agli altri “punti di crisi”, provocati dagli Usa di BombObama e dallo UEismo atlantista suo succube, si potrebbe iniziare ad aver davvero paura.
Gli italiani (chi scrive è siciliano) hanno la esplosiva Libia “liberata” ad appena due passi marini da Sigonella…e (non se ne parla quasi più), nonché l’Ucraina non molto lontano.
In Ucraina si spara e si muore ogni giorno che passa, sale la tensione con Putin, mentre non ci sono neppure musulmani a cui poter dare la colpa… Signori, colà ci troviamo tra “cristiani” doc…

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Di Redazione Elzeviro.eu

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