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Continuano i raid americani in Iraq, riconquistata dai Curdi la diga di Mosul

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In Iraq è ormai guerra aperta tra i Curdi e i miliziani dell’Isis. Un conflitto che si sta inasprendo drammaticamente nel nord dell’Iraq dove ormai si combatte villaggio per villaggio con la partecipazione dei caccia statunitensi che sostengono la controffensiva curda dei Peshmerga. La notizia dell’ultima ora è che questi ultimi sono riusciti a riconquistare l’importante diga di Mosul che fornisce acqua ed energia elettrica a gran parte del Nord Iraq e che permette di irrigare i campi nella zona di Ninive. La battaglia appena terminata deve essere stata feroce e con un alto contributo di vite umane. La vittoria curda è stata sicuramente favorita dai raid americani che negli ultimi due giorni si sono intensificati: più di venti stando a fonti americane, con l’utilizzo anche di droni. Attacchi reiterati che hanno ferito, pare, almeno una quarantina di miliziani Jiadhisti e hanno distrutto 10 blindati, 7 Humvees, 2 camionette armate e un checkpoint dell’Isis. La diga nelle mani dei seguaci del Califfo al Baghdadi avrebbe potuto essere un’arma pericolosa perché, da quanto si è potuto sapere, i miliziani dell’Isis avevano intenzione di aprirla rovesciando tonnellate di acqua nei territori nemici mettendo così a repentaglio la sicurezza della stessa Baghdad. Le forze curde avrebbero inoltre riconquistato ben tre cittadine sempre nel nord dell’Iraq: si tratta di Tel Skuf, Ashrafia e Batnaia. In questo momento si registrano scontri anche nel villaggio di Tal Kif, dove si combatte casa per casa.

 

Continuano a registrarsi purtroppo massacri Jiadhisti contro le popolazioni inermi in fuga: vicino alla città di Singar 81 uomini Yazidi sarebbero stati massacrati senza pietà e 180 donne rapite e portate in località sconosciute. Numero che si va ad aggiungere ai 400 Yazidi già massacrati e alle 120 donne aggredite e rapite nei giorni scorsi. Purtroppo si teme sulla sorte di queste donne perché i Jiadhisti potrebbero averle ridotte allo stato di schiave sessuali, una pratica questa purtroppo in vigore presso le schiere al soldo del Califfo.

 

Da Seul intanto Papa Francesco ha invitato a non dimenticare il grido dei Cristiani e di ogni popolazione perseguitata in Iraq. Un invito che finora, almeno negli ambienti cristiani italiani, molto più presi dalle accattivanti sirene del relativismo che non dal grido di terrore dei fratelli in terra irachena, ha avuto ben scarsa presa. Dall’Italia è giunto il primo dei voli umanitari che il Governo Italiano ha deciso di inviare nella zona, mentre, sotto l’egida dell’Onu, i vari stati dell’Unione Europea potranno decidere autonomamente di inviare armi a sostegno dell’azione dei Curdi che, è il caso di dirlo, l’Occidente sta utilizzando come propria manovalanza per combattere indirettamente i miliziani dell’Isis. In pratica, se qualcuno non lo avesse ancora capito, i Curdi stanno morendo al nostro posto per fermare chi ha dichiarato guerra all’Occidente.

 

I Jadhisti stanno compiendo massacri non solo nell’Iraq settentrionale ma anche nei territori della Siria nordorientale dove, nei giorni scorsi, avrebbero passato a fil di spada oltre 700 membri della tribù Chaitat che si erano ribellati alla loro autorità. Come al solito gli “eroici” combattenti dell’Isis si sono accaniti con ferocia soprattutto sui civili visto che di queste 700 vittime il novanta per cento erano indifese ed inermi. Non si sa ancora nulla della sorte di altri 1800 membri della tribù fatti sparire nelle settimane scorse. A questo riguardo Hadi al Bahara, Presidente della coalizione nazionale siriana dell’opposizione, attualmente in esilio, ha lanciato un appello soprattutto agli Stati Uniti perché diano un aiuto concreto all’esercito siriano alle prese con i miliziani del califfo al Baghdadi nella zona nordorientale del paese. Il rischio che la tracotanza dei neri miliziani dell’Isis possa infatti dilagare anche in Siria è più che reale.

 

Sul fronte politico italiano si registra la “boutade”del deputato del Movimento cinque stelle Di Battista che, sul sito blog di Grillo ha voluto creare un po’ di imbarazzo nei suoi con una frase assai infelice: “Il terrorismo è la sola arma rimasta a chi si ribella“. Parole che evidentemente si commentano da sole.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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