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Riaprire per primi può essere fatale

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Bisogna partire dal concetto fondamentale che il primo paese europeo che riapre la prende dove non batte mai il sole, esattamente come il primo che ha chiuso. Aprire per primi significa essere il primo paese che subisce lo shock da riapertura, ovvero:

  • Apprendere che l’attività economica è completamente piantata. Metti i ristoratori, vogliono riaprire, ma riaprire per cosa? Per vedere che la gente non ha soldi e in ristorante non va? Vedere che il turismo non c’è e dunque non ci sono flussi di danaro in entrata dall’estero perchè gli altri sono ancora chiusi? Vedere che essendo gli altri paesi chiusi la domanda di beni provenienti dall’estero è al lumicino e dunque la produzione a pieno regime non serve? Vedere quel milione di posti di lavoro dipendente che non servono e devono partire i licenziamenti di massa? Ecc. Ecc.
  • Problema finanza pubblica. Qualcuno crede per caso che il gettito fiscale sarà quello del 2019? Non sarà così.
  • Rallentamento e/o fine delle politiche espansive della BCE con aumento dei tassi di interesse.
  • Problema della ripartenza di Usa e Cina con relativo aumento del costo delle materie prime. Ciò significa che in Europa si rischia di importare inflazione dal resto del mondo.
  • Problema sociale. Cosa succede con 2/3 milioni di posti di lavoro complessivi bruciati (nel corso di 12 mesi, stima mia)? E’ chiaro che le tensioni sociali saliranno a mille.
  • Problema banche. Aumento esponenziale delle sofferenze bancarie. Le regole europee le conoscete: bail-in con tosatura dei clienti. Noto peraltro una serie di scossoni già in corso: pensiamo al crack del fondo Archegos con perdite per decine di mld in USA. Ma anche al crack della banca inglese Greesill in Germania.
  • Come se non bastasse in Italia abbiamo anche il problema dello scoordinamento a livello regionale (per non parlare dei sindaci sceriffi) a causa della sciagurata riforma del Titolo V della Cost. Altro collo di bottiglia che strozza la ripresa con le regioni che vanno ognuna per i fatti propri. Quando serivirebbe un forte coordinamento nazionale per riaprire insieme (e velocemente!).
I cluster sono tanti, e tutti correlati tra loro. Devono riaprire in fretta e in maniera coordinata a livello Europeo (e nel nostro caso anche nazionale) per limitare i danni e ciò prima che USA e Cina prendano il largo.
Per il resto, noi abbiamo Draghi che è molto bravo e conosce il problema dello shock da ripartenza e il nuovo Equilibrio Economico Generale che genererà a valori quantitativi estremamente più bassi con annesso disastro sociale… Ma qui non ci vuole Draghi, qui ci vuole Dio. Ma come diceva Lord Keynes, dovrebbe scendere lui di persona, non mandare il figlio: non è il momento dei bambini.

Giuseppe Masala

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