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InterLAZIOnale!

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La squadra biancoceleste è l’unica italiana ad essere rimasta in Europa; Fiorentina e Napoli distrattamente fuori.

 

Alla fine, contro i pronostici e nonostante l’invisibilità nei confronti di molti media, lassù nel mondo aureo del jet set internazionale ci è rimasta solo la Lazio di Pioli. Se poi in Champion’s la Roma andrà incontro al suo destino ineluttabile e la Juve non riuscirà nella terribile impresa teutonica, la “Lazietta” rimarrà l’unica squadra a rappresentare…”l’Italietta” oltre frontiera. Un impegno questo ma anche una responsabilità che costringerà la società di biancoceleste vestita a provarle tutte per arrivare fino in fondo alla competizione riuscendo così ad assicurarsi anche quell’accesso alle future coppe che ora come ora, almeno in campionato, appare poco più che una chimera.

Del Napoli e della Fiorentina che dire se non che le due compagini hanno mentalmente rinunciato a concentrarsi sulla coppa preferendo il meno aureo ma più comodo blasone nazionale. Un male questo di vecchia data e duro a morire come tutti i provincialismi da cui il nostro popolo pallonaro, e non, continua a soffrire. Il Napoli, a cui la rete iniziale di Hamsik sembrava aprire prospettive allettanti, ha dovuto sorbirsi la rimontada spagnola di…Pina e questa volta senza la  frittatona di cipolle, la birra e il rutto libero. Ma tanto è bastato per mandare tutti a casa con il sospetto divenuto quasi certezza che questo Napoli se si inceppa il fucile del Pipita diventa una squadra normalissima e abbordabilissima. Come abbordabilissima lo è anche la Fiorentina quando invece dell’Empoli, dell’Udinese o chi per esse deve confrontarsi con squadre di caratura per lo meno differente.

Questione di concentrazione dirà qualcuno e noi aggiungiamo anche di personalità che la Viola dimostra ancora di non possedere in campo internazionale tanto che alla fine, tornando al lessico fantozziano, è stata…aperta in…tre con un Lamela, un autogoal e un’antrè di Mason e…anche qui tutti mestamente a casa, che poi era…il vero obiettivo stagionale. Allora, continuiamo a domandarci noi, a che scopo sbattersi fino all’ultima goccia di sudore per entrare in Europa se poi a quella stessa Europa si voltano le spalle per genetica accidia o se preferite per nazionale ignavia. Ignavia di cui almeno la squadra più snobbata del campionato, la “Lazietta” trasparente e quasi invisibile ai media non sembra soffrire.

Mentre le altre si accaniscono a prendersi a cazzotti nelle rassicuranti strade sotto casa, la truppa biancoceleste, pallida e assorta quando fa…gibello delle sue porte, si trasforma in fiera macchina da guerra quando si inoltra nelle lande misteriose e pericolose del mondo di sopra. In un Olimpico tristemente…fine a sé stesso con i sostenitori di casa ammucchiati nella sola Tribuna Tevere manco fossero venuti in trasferta, la Lazio ci mette per la verità il solito primo tempo di…poco o nulla per scaldare i motori. Motori che si scaldano eccome nella ripresa quando al suono della tromba del giudizio di Candreva entrato al posto di un confusionario Lulic, prima si va in goal con l’incornata vincente di Parolo, poi con il tocco ravvicinato del Felipe forse ritrovato e infine con la zampata vincente di Miro tornato per una serata il Re Miro che avevamo scordato.

Nel mezzo lo spavento della rete turca per una distrazione collettiva della retroguardia biancoceleste che ha permesso a Oztekin di battere Marchetti. Se a questo aggiungiamo anche il palo colpito da Matri possiamo senz’altro dire che la Lazio sembra avere tutte le carte in regola per continuare speranzosa il suo cammino in coppa. Anche perché quello che era il suo nemico mortale numero uno ovvero il Napoli con tanto di Higuain al seguito non c’è più e questo sembra essere un vantaggio anche psicologico non da poco. Oggi alle tredici si incroceranno le dita, si toccherà tutto quello che sa di ferro e anche…qualcos’altro perché è sempre meglio incontrare il Braga, lo Sparta Praga o magari l’Anderlecht piuttosto che il Borussia Dortmund, il Manchester United o le famigerate aspirine del Bayer Leverkusen ai quali l’eliminazione della Lazio ai preliminari non è servita più di tanto visto che sono rientrati anche loro nel…giro dell’Europa che non conta.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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