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Perchè si dovrebbe usare la parola “negro”

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Balotelli usa, nel suo ultimo post su Instagram,  il termine “negro” con intenti polemici, ma se guardiamo alla parola, essa è la più corretta, storicamente e semanticamente, per appellare gli africani sub-sahariani con pigmentazione scura (non descrivere, altrimenti si dovrebbe usare il finora scevro da critiche “negroide”) .

L’Accademia della Crusca, ancora oggi massima autorità linguistica nel nostro paese, evidenzia la particolare istericità, pur non descrivedola come tale, con cui gli italiani adoperano espressioni non prettamente italiane, bensì coniate dall’americano, come “nero” o “di colore”. 

Per l’Accademia, “si fa strada la sensazione che il significato di ‘di colore’ – eufemismo adottato per sostituire l’offensivo negro – invece di essere percepito come neutro, metta l’accento proprio sulla caratteristica (il colore della pelle) che si vorrebbe non evidenziare e non discriminare”. 

Offensivo, poi, è tutto da vedere: tra di loro gli amici africani spesso si appellano “negro”, e in passato molti trattati sono stati scritti ad elogio della “negritudine”. Il voler abbandonare il termine primigenio indica un ben noto meccanismo del vocabolario italiano che crea spesso sinonimi per quelle parole che indicano status o condizioni considerati socialmente umili o negletti, da spazzino ad operatore ecologico, per fare un esempio. Ebbene lo spazzino fiero del suo indispensabile contributo sarà ben felice di chiamarsi ed essere chiamato spazzino, così come Martin Luther King era fiero di chiamarsi negro.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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