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Lettera aperta a John Elkann

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Egregio Dott. John Elkann,

ho appreso nei giorni scorsi la notizia in merito alle sue dichiarazioni su “noi giovani” e nella quale Lei affermava che “molti giovani non trovano lavoro perchè stanno bene a casa…” classificandoci in pratica come scansafatiche, fannulloni e chi più ne ha più ne metta…tanto ormai dopo essere stati chiamati bamboccioni già da uno e persino choosy e schizzinosi da un’altra, di che cosa ci si stupisce?
 

Io sono uno studente universitario, laureando in Scienze Politiche, sono sempre stato uno “studente-lavoratore” perchè ho iniziato a lavorare a 18 anni (quando ancora non ero neanche diplomato), in questi anni, nonostante le innumerevoli difficoltà nel lavorare, ho sempre accettato di tutto… dal propagandista di volantini al venditore porta a porta prendendomi porte in faccia dalla gente pur di guadagnare qualcosina per rendermi più autonomo possibile dai miei genitori; due anni fa ho deciso di aderire al progetto annuale del Servizio Civile Nazionale lavorando con i bambini disabili per 30 ore a settimana a 430 euro al mese per 1 anno e da portare avanti in contemporanea con gli studi; infine ora lavoro come magazziniere-scaffalista in un ipermercato durante il fine settimana, lavoro intenso (ma meglio questo che niente…) in cui la domenica mattina mi tocca svegliarmi alle ore 5 per essere in magazzino alle ore 6 (ha presente il sabato sera dei giovani? bene, io non ne faccio parte perchè gli orari di lavoro della domenica non mi permettono di godermi il sabato sera!), insieme a me ci sono altri studenti che lavorano in magazzino nel fine settimana (quindi non sono solo io, ma ci sono altri ragazzi che pur di lavorare hanno accettato un lavoro a queste condizioni) e pensi che in questi giorni siamo pure in scadenza di contratto e siamo qui ad attendere/sperare che ci rinnovino.
 

Non voglio annoiarla ulteriormente con i racconti della mia vita, anche se, mi permetta, vista la mia presentazione e le mie referenze mi creano non poco fastidio le sue dichiarazioni in merito a me e ai miei coetanei. Dite che siamo una generazione che non ha voglia di fare nulla e che pensa solo a lamentarsi? Ebbene sì noi ci lamentiamo, ci lamentiamo in quanto siamo stufi, già alla nostra età, di dover mandare giù tutti questi bocconi amari che i tempi attuali ci impongono e tutto per poi sentirci pure dire che siamo scansafatiche

Concludo solo rispondendole in maniera educata, ma comunque a tono.
 

Vede, caro John Elkann, non tutti sono nati e cresciuti in famiglie miliardarie come la Sua e non tutti ad appena 35 anni si sono ritrovati a capo di una multinazionale (di famiglia, ovviamente) come Lei. Un discorso come quello che Lei ha fatto l’altro giorno potrebbe farlo a Suo fratello di cui molto spesso si sente parlare solo e unicamente sulle riviste di gossip e sui tabloid, per non parlare di spiacevoli vicende del passato che sono andate ben oltre il semplice gossip…

Noi non le piacciamo? Pazienza, se non sbaglio la Fiat, azienda che Lei presiede, si sta ufficialmente trasferendo negli Stati Uniti. Benissimo, Lei vada pure negli States a fare il top manager moderno e cosmopolita, ma per cortesia ci lasci vivere la nostra vita, scegliere il nostro destino e coltivare sogni e ambizioni, per quanto ci sarà possibile.
 

Distinti Saluti.

Ario Corapi

Su gentile concessioni degli amici di “Civico 20 News”. 

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Di Redazione Elzeviro.eu

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