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Che testa coda!

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COMMENTO AL CAMPIONATO

La lunghissima quinta giornata di ritorno ha visto le prime tre vincere perentoriamente seguite a ruota dale ultime due della classe, quel Livorno e quel Catania che hanno maramaldeggiato rispettivamente contro un Cagliari quasi orbo di tanto Cellino e una Lazio in vena di evangelici atti di amore verso il prossimo. Il lunghissimo minestrone pallonaro è iniziato addirittura venerdì con la vittoria strasudata del Milan contro un Bologna tutt’altro che rinunciatario e grazie ad un gran tiro di un Balotelli fino a quel momento ospite della trasmissione “Chi l’ha visto?”. I rossoneri agganciano il nono posto a fianco della Lazio e ringraziano il loro gigante buono: speriamo di ringraziarlo anche noi nella torrida movida brasiliana quando sarà di azzurro vestito. Sabato invece l’Inter, cinica e rinvigorita nel corpo e nello spirito e grazie anche ad uno strepitoso regalo della terna arbitrale in occasione del 2-1 in fuorigioco di Maurito Icardi, ha avuto la meglio su una Fiorentina un po’ abulica e che incomincia a sentire la mancanza di Pepito. I Viola possono comunque consolarsi in primo luogo perché sono ancora splendidamente quarti e in secondo luogo perché è tornato in campo Gomez anche se per venti minuti di mera presenza scenica in campo. Domenica subito dopo la Santa Messa, la Lazio ci ha dato lezione di altruismo evangelico andando a regalare tre punti a chi ne aveva un gran bisogno, roba da buon Samaritano. La simpatica banda di “arzilli vecchietti” mandata in campo da Reja, è stata aggredita in velocità da chi avrebbe dovuto invece “inchinarsi” umilmente alla presunta superiorità tecnica e tattica dei Lotitini. E invece il Catania, morso dalla tarantola, di goal ne ha messi a segno tre ma avrebbero potuto essere molti di più, mentre la squadra più anziana del campionato ne ha messo dentro solo uno ma poteva essere…molto di meno.

Non abbiamo comunque dubbi sul fatto che la Lazio sia sufficientemente attrezzata per andare a fare ancora beneficenza portando conforto e speranza negli stadi che più ne hanno bisogno. Questa commovente Opera Pia Sportiva Lazio deve la sua vocazione alla santità ai tanti “mercatini rionali” del duo Tare-Lotito che continuano ad “arricchire” la rosa con sempre nuovi benefattori del prossimo, vedi Saha, Alfaro, Novaretti, Vinicius, Perea, Anderson fino ad arrivare al non abile ma…arruolato Postiga, già soprannominato “Posfiga” e Kakuta… oggetto misterioso, temiamo, quanto lo stesso Vinicius. Libera la Lazio è l’urlo il cui eco si aggira dalle parti del “ricovero per anziani” di Formello…chissà che il Padreterno non mostri pietà sia per i tifosi sia per chi, sopraffatto da tante e troppe responsabilità, a questo punto dovrebbe andare, come si faceva ai tempi dell’Imperatore Augusto a rimuginare in esilio sulle sponde del Mar Nero.

Nel dolce meriggio domenicale la Juve fa la solita sua partita senza storia sparando…sulla croce rossa di sponda clivense. I tre goal di Asamoah, Marchisio e Llorente a cui ha risposto la…stessa Juve con un autogoal di Caceres, non lasciano dubbi sulla superiorità dei bianconeri su tutto il campionato né speranze ad un Chievo a cui la cura Corini ha smesso di fare effetto da tempo. Il Napoli a Reggio Emilia, nonostante l’uscita del malconcio Higuain, ne rifila due agli emiliani grazie ad un indiavolato Insigne, indiavolato con sé stesso e…con i tifosi, e consolida la sua terza posizione in classifica e chissà che non gli riesca il colpaccio di centrare quel secondo posto che gli risparmierebbe la grana dei preliminari… . Il Parma quando andrà a recuperare la gara a Roma, sentirà alle sue spalle gli scongiuri e le preghiere di rito a San Gennaro. Proprio i parmensi che sono andati a maramaldeggiare nella tana della dea bergamasca grazie anche ad un beneaugurante Cassano che a questo punto dovrà a furor di popolo fare le valigie per il Brasile volente o nolente Cesarino nostro.

Il Livorno fa il paio come dicevamo con il Catania andando a vincere nello stadio semi deserto dei cagliaritani, abbandonati dalla Federazione e semi abbandonati dal loro presidente più attratto dall’oscuro e movimentato canale della Manica che dallo splendido e soleggiato mare di Sardegna. Apoteosi del goal a Genova con i grifoni che riescono con una partita roboante e non adatta ai deboli di cuore a recuperare quello che sembrava ormai un impietoso e irrecuperabile 3-1 grazie ad un Gilardino da favola, anche lui con le valigie in mano destinazione Copa Cabana. Domenica sera è stata la volta della banda Garcia a liquidare con una facilità impressionante la pur valida compagine di chi a suo tempo assaporò l’acqua del Tevere da entrambe le sponde. Anche se decurvata, turnoverata e…detottizzata, la compagine giallorossa ha sempre in serbo la sorpresa giusta al momento giusto, vedi il genio di Pjanic in grado di dare fantasia e neuroni puri là davanti e vedi la spietatezza di Destro che ha espresso tutto il repertorio del calcio di classe grazie ad una perfida incornata e ad un tiro rompi rete a seguito di un dribbling da accademia del calcio. Anche la Roma consolida la sua posizione e non accantona maggiori sogni di gloria almeno fino a quando non sarà la matematica a impedirglielo, ma la speranza è sempre l’ultima a morire anche perché la Juve dovrà ora dividere e dosare le sue forze per arrivare alla finale europea in casa sua, mentre la Roma potrà rifiatare godendosi il sole e il ponentino amico. Se tutto questo possa essere quantificato nei sei-nove punti di distacco attuali lo potremo sapere solo nei caldi meriggi di maggio o giù di lì.

Ieri sera è andato finalmente in scena l’epilogo della giornata più lunga della storia del calcio nostrano con i soldati di Ventura che sono andati a dettare la dura legge del più cinico e del più attrezzato in un campo difficile come quello della bella Giulietta. La partita che dopo il goal di Toni su rigore è sembrata avviarsi sui binari casalinghi tanto cari ai Capuleti, è invece cambiata nel secondo tempo diventando un incubo con i granata che sbucavano da tutte le parti, anche in fuorigioco come Immobile, che ha segnato il goal del 1-1 senza che uno straccio di guardalinee si sia accorto che era mezzo metro oltre la linea difensiva veronese. Il Toro alla fine ha comunque  meritato la vittoria con due goal spettacolari e molto simili di Cerci e di El Kaddouri e ha raggiunto lo stesso Verona e il Parma a quota 36: ora per l’Europa è dura bagarre perché alle cinque pretendenti attuali dobbiamo per le leggi della matematica aggiungere anche il Milan e la Lazio e magari pure il Genoa ad un solo punto dalle due. Sul fronte…disperazione chi a questo punto sembra avere meno chances sembra essere il rimaneggiato Sassuolo seguito a ruota dal Chievo, con il Bologna sospeso nel limbo a metà strada tra Inferno e Paradiso mentre il Livorno e il Catania, a causa del bel gioco ritrovato, danno invece l’impressione di essere tornate a…intraveder le stelle. 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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