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Il gioielliere Stephane Turk, 67 anni, appena rapinato estrae la pistola detenuta illegalmente e spara alla schiena per uccidere Antony, il rapinatore che sta fuggendo in vespa. Viene poi arrestato dalle Forze dell’Ordine di Nizza con l’accusa di omicidio volontario. Le parole del Procuratore: «ha fatto fuoco per uccidere, perché quando ha premuto il grilletto la sua vita non era più in pericolo».
Il Sud della Francia sta attraversando un periodo difficile: Marsiglia è al centro di un tifone: una guerra tra bande per il controllo del mercato della droga e di alcuni quartieri. Sul Web nasce una pagina per difendere Turk: 300 “mi piace” al minuto, fino a 1,4 milioni da domenica pomeriggio.
A Marsiglia, dalla sede del congresso, del Fronte Nazionale Marine Le Pen commenta: «Se pure non è legittima difesa da un punto di vista tecnico, si tratta di legittima difesa emozionale. Quell?uomo simboleggia l?esasperazione dei francesi. Sono esasperati dalla delinquenza e sentono che il governo sta con i delinquenti.». Mentre il fondatore Jean-Marie Le Pen dice: «io avrei fatto lo stesso, non sono il tipo che si mette a discutere con un rapinatore».
Una situazione, quella Francese, che ha portato ad un nuovo avvicinamento al Fn di Le Pen con il 34% dei francesi che si dice non contrario alle idee che propina, mentre il 16% addirittura lo voterebbe.
Il fatto che i francesi comincino a simpatizzare per una simile iniziativa di “legittima difesa emozionale” denota una mancanza di fiducia nelle Istituzioni, incapaci di garantire la necessaria sicurezza ai cittadini. Ma questo rischia di diventare una breccia nello Stato, attraverso la quale può facilmente ottenere consensi e far propaganda chi arriva a difendere, o almeno a non denunciare, la “legittima difesa emozionale”.
