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La recente salita al soglio pontificio di Papa Francesco I e il susseguirsi di aperture all’Islam hanno portato l’ex vicedirettore del Corriere della Sera verso il rifiuto della Chiesa di Roma.
Magdi Allam non ci sta, non è per nulla d’accordo con la nuova forma assunta dal cattolicesimo nell’ultima metà di secolo, una religione che tenderebbe troppo la mano verso chi invece usa un'”ideologia intrinsecamente violenta e conflittuale al suo interno e bellicosa al suo esterno“. Oggetto della disputa è la religione musulmana contro la quale il giornalista si è sempre scagliato, indicandola come fattore di conflitto e prossima rovina del continente europeo.
Dopo quattro anni e un paio di giorni da quel 22 marzo 2008, giorno in cui Magdi aggiunse Cristiano al proprio nome con il battesimo ricevuto da Papa Benedetto XVI, il giornalista rinuncia alla Chiesa Cattolica entrando in aperta polemica anche con il nuovo Papa. Sarebbe in atto infatti un fenomeno di “Papalatria“, neologismo coniato da Allam, nei confronti di Papa Francesco, meccanismo subdolo che avrebbe di colpo fatto dimenticare ciò che è stato e ha fatto di buono il precedente Papa Benedetto XVI.
Un’altra colpa di cui si sarebbe macchiata la Chiesa consisterebbe in una sorta di “buonismo fisiologico“, ovvero di un’ideologia fumosa che porterebbe ad un’apertura eccessiva nei confronti degli immigrati in Italia, clandestini e non, trascurando completamente chi invece in Italia è nato e cresciuto, magari seguendo anche alla lettera i dettami del Vaticano.
In ogni caso Magdi continuerà a rimanere anche Cristiano, seguendo “l’insegnamento di Gesù“, ma abbandonando quello della Chiesa; un messaggio forte, forse volutamente esagerato, ma che tuttavia rispecchia alcune contraddizioni insite in una religione che dovrebbe avere alla base la fede nell’unica verità rivelata.
di Gabriele Tebaldi
