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Studenti Indipendenti….. ma non troppo!

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“Nel tempo dell’inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario”

TORINO ? E’ passata circa una settimana dalle elezioni universitarie per il rinnovo delle rappresentanze studentesche dell’Università degli Studi di Torino, elezioni che hanno decretato la vittoria schiacciante del movimento “Studenti Indipendenti ? Collettivo Bonobo” il quale ha ottenuto quasi il 70% dei voti presso i “Grandi Organi” (Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione, Nucleo di Valutazione, Consiglio dell’Edisu e quello del Cus) contro invece le altre liste che invece hanno ottenuto un debacle su tutta la linea come Obiettivo Studenti (studenti di Comunione Liberazione) intorno al 25%, Fuan ? Azione Universitaria (studenti di centrodestra) e Mup (movimento universitario dei giovani della Lega Nord) sotto il 5%.
Nel complesso la lista Studenti Indipendenti ha ottenuto 5 dei 6 seggi riservati ai rappresentanti degli studenti presso il Senato Accademico (l’altro seggio ottenuto da Obiettivo Studenti), tutti e 2 i seggi all’interno del CdA dell’Ateneo torinese, l’unico seggio del Nucleo di Valutazione riservato ai rappresentanti degli studenti, 2 seggi su 2 all’Edisu e 3 seggi su 4 al Cus.
Non c’è che dire, un vittoria storica quella della sinistra studentesca, se non fosse per i numeri dell’affluenza alle urne che non hanno superato il 10% e che dimostrano che a votare è stato 1 studente su 10 in tutto l’Ateneo.
Eppure, se si va a leggere sulla pagina facebook degli Studenti Indipendenti si perde il conto del numero di commenti positivi sulla vittoria elettorale (roba della serie: “Maggioranza bulgara!”, oppure “All In!!!”), le parole di elogio, sia in rete che fuori, su questo movimento studentesco si sprecano, specie tra di loro che si autoreferenziano come “gli unici che hanno a cuore i diritti degli studenti e il futuro dell’Università” e addirittura di “quelli che riescono a vincere, a rappresentare gli studenti e fare movimentismo facendo gruppo, autofinanziandosi e senza avere legami con nessun partito politico“. Ed è proprio qui che, come si dice in queste occasioni, casca l’asino!
Perchè nonostante la vittoria elettorale, spiace dirlo a tutti i ragazzi che in buona fede hanno votato Studenti Indipendenti, è bene sapere che dietro ai cortei, alla feste, alle assemblee e agli altri eventi organizzati da questi tutto c’è tranne che l’operato di un movimento studentesco che si autofinanzia, nato spontaneamente per il bene comune dell’università e per difendere i diritti degli studenti.
Forse non tutti sanno che il movimento Studenti Indipendenti è nato da Onda Anomala, movimento di protesta che tra il 2008 e il 2010 ha riempito le piazze e le strade di Torino per protestare contro la riforma Gelmini e che in più occasioni ? come durante il G8 University Summittenutosi a Torino nella primavera 2009 ? si è anche reso protagonista di scontri con le Forze dell’Ordine, scontri che hanno portato al fermo e all’arresto di alcuni studenti coinvolti.
Che dire poi dei principi apolitici e apartitici di Studenti Indipendenti? Ebbene, gli Studenti Indipendenti sono talmente apolitici e apartitici che durante la campagna elettorale delle ultime elezioni politiche bastava passare davanti alle loro sedi nelle varie facoltà per vedere che le porte di ingresso di queste sedi erano tappezzate di adesivi di Rivoluzione Civile, la lista di sinistra radicale guidata dal magistrato Antonio Ingroia (il quale ama definirsi “partigiano della Costituzione”), non era neanche difficile vedere nei dintorni dell’università alcuni ragazzi del movimento che attaccavano in giro gli adesivi (apolitici e apartitici, ovviamente) della lista Ingroia.
Per non parlare poi delle elezioni amministrative di Torino nel 2011 quando in più occasioni gli Studenti Indipendenti hanno organizzato serate ed eventi propagandistici in favore di Marco Grimaldi, candidato al Consiglio Comunale di Torino per il partito Sinistra Ecologia e Libertà di Nichi Vendola, tutto questo presso le Officine Corsare, spazio sociale che gli Studenti Indipendenti hanno ottenuto in concessione (totalmente a costo zero) da parte del Comune di Torino, chissà grazie a quale a santo in paradiso o grazie a quale aiuto o sostegno proveniente dalla Sala Rossa di Palazzo Civico.
E poi bisogna sottolineare quanto gli Studenti Indipendenti tengano all’università in quanto bene comune e a difendere i diritti degli studenti in quanto inalienabili, basti pensare all’estate 2011 quando presso il Rettorato dell’Università di Torino in Via Po erano in corso i lavori della Commissione Statuto per redigere e approvare il nuovo statuto dell’Ateneo torinese affinchè fosse conforme con i decreti della riforma Gelmini. All’interno della Commissione vi erano ben 2 rappresentanti di Studenti Indipendenti e l’approvazione del nuovo statuto tardava ad avvenire in quanto proprio tali rappresentanti perseveravano con la loro dura, pura e coriacea opposizione al nuovo statuto in quanto si trattava di uno statuto imposto da una riforma, a loro detta, che uccide l’Università italiana, tant’è vero che l’approvazione non avvenne e la votazione fu sospesa e rimandata a dopo le vacanze estive. Le vacanze estive passarono, a settembre 2011riaprì l’Ateneo e gli studenti, come per sorpresa, scoprirono che il nuovo statuto era stato approvato nei primi giorni di settembre in assoluto silenzio. E se qualcuno avesse approfittato della pausa estiva per votare e far approvare lo statuto, facendo passare la notizia in completo silenzio? Sulla vicenda resta un mistero che tuttora non è chiarito.
Non dimentichiamoci poi di quanto gli Studenti Indipendenti intendano l’università come un bene comune, basta guardare le liste e i nomi dei candidati da loro presentati a queste elezioni, le liste e i candidati delle elezioni 2011 e delle elezioni 2009, sono quasi tutti gli stessi nomi, il che fa pensare che questi candidati eletti come rappresentanti o non siano mai invecchiati mai oppure siano studenti fuori corso. Hanno forse idea, i cari Studenti Indipendenti, di quanto costa uno studente fuori corso all’Università di Torino e al sistema formativo nazionale in generale?
Infatti candidare e far eleggere studenti fuori corso è proprio segno di “Bene Comune“.
Infine non resta che mettere in risalto quanto pulite e trasparenti siano le attività di autofinanziamento degli Studenti Indipendenti, principio di cui loro si fanno vanto come se fossero loro gli ideatori dell’autofinanziamento. Peccato che, chiunque abbia un minino di senso critico e della realtà e abbia una minima esperienza di militanza giovanile, può benissimo rendersi conto di quanto siano costose e impegnative le attività di militanza e tutto il materiale per essa necessario.
Infatti le bevande alcoliche e le casse musicali per le serate organizzate alle Officine Corsare costano veramente niente, specie quando si parla di serate da centinaia di persone; gli striscioni, i manifesti, gli adesivi e i volantini per i presidi, i cortei e le manifestazioni non costano nulla, specie quando si tratta di un movimento di centinaia di studenti. Basta avere un minimo di senso della realtà per rendersi conto che l’autofinanziamento, per quanto onesto e pulito sia, non possa funzionare un movimento da centinaia di studenti, in quanto un numero di studenti così elevato ha dei costi di gestione a dir poco elevati che non si possono coprire solo e unicamente con l’autofinanziamento.  L’autofinanziamento in un gruppo di centinaia di persone è come cercar di far funzionare il sistema di democrazia diretta di una città di 1 milione di abitanti, ossia: impossibile. Che dire? Tanti complimenti agli Studenti Indipendenti per la loro vittoria elettorale, tuttavia le tante ombre e i chiaro-scuri che pendono su di loro sono non poco significativi e gli studenti che ogni 2 anni votano alle elezioni universitarie hanno il diritto di farsi due domande senza farsi ingannare. L’importante è che lo studente che li vota sia al corrente di tutto e che non voti facendosi abbindolare dai facili proclami e dagli specchietti per le allodole creati apposta con le serate e gli eventi organizzati in uno spazio sociale. In fondo George Orwell diceva che “nel tempo dell’inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario”.
Ario Corapi
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Di Redazione Elzeviro.eu

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