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Ci costringono a prendere il treno “di lusso”

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Italo (il treno di Montezemolo) giunge fino a Torino, completando così il suo itinerario.

Si tratta di circa novanta euro per spedire alla velocità riguardevole di duecentoquaranta chilometri orari una persona ed il suo bagaglio. Circa 100 chili.

Il servizio è ottimo, ma a ben vedere la tratta di Italo copre itinerari già saturi, e, per quanto riguarda il Mezzogiorno è più che avara. Salerno (ultima tappa) è geograficamente a sud, ma ben sappiamo che più a sud vi sono ancora tre regioni peninsulari ed una insulare…

Sembra proprio che le linee più redditizie (il costo del biglietto è abbastanza alto) siano state scorporate da un business in perdita, creando così un comodo anfratto dove i privati possono (potrebbero) entrare con agevolezza. I soliti privati, che nel nostro paese hanno nomi, cognomi, amicizie ed influenze in politica.

Il biglietto ordinario per la medesima tratta di cui sopra (Milano-Roma) costerebbe circa 40 euro, ma purtroppo i treni notturni a tariffa ordinaria sono stati soppressi. E questo non va certo a favore degli interessi dei tanti (gli italiani poco abbienti), ma pare proprio che vada a favore dei pochi. Abolire la tariffa ordinaria equivale a costringere la clientela ed i pendolari a servirsi del treno di Montezemolo oppure del (comunque caro) Frecciargento, di Ferrovie dello Stato, con i consueti ritardi e problemi annessi.

Raccogliendo commenti qua e là si può notare che la gente esasperata (di pendolari Milano-Roma ve ne sono a josa) è furente per dover pagare quasi il doppio un viaggio che comunque farebbe dormendo, e non usufruendo dei grandi confort del treno di lusso (wifi, elettricità e simili). Il treno di lusso è una buona cosa: un’invenzione splendida, ma non può essere introdotto a scapito del treno ordinario, facendo sparire così un treno economico e funzionale, per quanto magari non comodissimo. Oppure il treno comodissimo e lussuoso lo si introduce ai prezzi consueti (o leggermente incrementati), come dovrebbe accadere nello sviluppo della tecnologia e delle aziende.

Un incremento dell’80% del prezzo biglietto a fronte della soppressione di un servizio magari inefficiente, ma presente ed abbordabile, non appare una soluzione degna di un paese che rispetta egualmente tutte le classi economiche.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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