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Quando la parola e le immagini feriscono più della spada

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Il film che sta scatenando una guerra santa planetaria è in realtà una bufala da cinema di periferia, ma rischia di farci precipitare in un incubo senza senso.

 

Sembra incredibile ma il mondo rischia di scivolare drammaticamente verso un conflitto senza precedenti, dove il mondo occidentale è preso di mira dall’ira funesta dell’islamismo pronto a scatenare in tutta la sua violenza una reazione collettiva dalle proporzioni planetarie e ancor più dalle conseguenze inimmaginabili. E tutto questo grazie ad una ridicola proiezione cinematografica che, se non avesse ricevuto dallo stesso Islam una immeritata notorietà mondiale, non avrebbe probabilmente varcato l’orizzonte ristretto di qualche oscuro cinema di periferia, finendo per morire di morte naturale nella totale indifferenza della critica e del pubblico. Tutto questo non è purtroppo successo grazie alla diffusione del trailer del filmetto su You Tube, prima in inglese e poi, tanto per gradire e rigirare il coltello nella ferita, anche in arabo.

 

Diciamo subito che i motivi della veemente e scomposta reazione del mondo musulmano sono tutt’altro che banali: infatti il “capolavoro” in questione, di cui il regista è l’oscuro Sam Bacile, ebreo israelita come lui stesso ama definirsi, si fa notare dalla critica per una visione antistorica e totalmente faziosa del Profeta Maometto. Una ricostruzione che vede il capostipite dell’Islam nella veste fantasiosa, falsa e distorta di donnaiolo, imbroglione e istigatore di abusi sessuali di bambini, una ricostruzione che lo vede pure a capo di una assai poco credibile banda di teppisti, più assimilabili a dei delinquenti di periferia che non a quelli dei primi seguaci del Corano.

 

Ora chiediamoci cosa sarebbe successo se gli stessi islamici avessero offeso il Talmud ebraico o i profeti dell’Antico Testamento, dando del “puttaniere” o del “farabutto” ai vari Mosè, Abramo o Giacobbe. Quegli stessi Ebrei che hanno fatto quadrato e si sono indignati per molto, ma molto meno, quando qualcuno ha osato mettere in dubbio la loro politica internazionale o ha osato esternare un pensiero in contrasto con le loro verità apodittiche! O pensiamo a cosa la Chiesa Cattolica avrebbe detto se gli Arabi avessero scritto opere blasfeme o proiettato film ridicoli e falsi sullo stesso Gesù Cristo o su Maria sua madre. Questo va detto se vogliamo essere onesti fino alla fine, al di là dei commenti ipocriti e delle apodittiche verità intrise di fanatismo di cui l’opinione pubblica è di solito inconsapevole vittima, vuoi per ignoranza, vuoi per collettivo condizionamento.

 

Va aggiunto a quanto sopra che lo stesso film sembrerebbe essere stato finanziato in gran parte dai soldi di alcuni facoltosi finanziatori ebrei, evidentemente ben pronti a lanciare “coraggiosamente” la sfida irresponsabile all’Islam. Qui non stiamo parlando beninteso di banalità ma del rischio ben concreto di aizzare una guerra mondiale di religione, un rischio che è, come abbiamo visto, tutt’altro che improbabile, visti anche i fermenti popolari e le rivolte che stanno caratterizzando proprio un mondo di cui noi abbiamo dato un’immagine ingenuamente semplicistica e uniforme. Un mondo molto più complesso e imprevedibile di quanto possiamo solo immaginare, e che, come ben sappiamo, da diverso tempo è in grado di usare molto meglio la spada che non la parola, al contrario del mondo occidentale molto più pavidamente ancorato al potere ipocrita della lingua.

 

Va sottolineato anche come negli Stati Uniti non ci sia stato un filtro preventivo, una giusta 

censura nei confronti di un film pessimo, stupido e di infima qualità artistica ma dalle assai pericolose implicazioni e conseguenze. Se questo controllo ci fosse stato a quest’ora non

staremmo piangendo la morte del diplomatico americano e dei suoi collaboratori. Questa è sicuramente una grave pecca da parte di una democrazia sicuramente imperfetta che scambia per libertà la facoltà di offendere senza scrupoli la sensibilità religiosa degli altri, soprattutto se portatori di una ideologia diversa e in grado, tra l’altro, di farci male quando e come vogliono.

 

Detto questo va anche sottolineato il fatto che parte dell’islamismo, quello più fondamentalista, ha ormai definitivamente abiurato le direttive che lo stesso profeta Maometto aveva dato al momento del suo ingresso nella città di Medina e della sua trasformazione da semplice profeta in profeta e statista politico. Il primo articolo della costituzione islamica diceva che tutti gli abitanti di Medina, Musulmani, Cristiani, Ebrei e idolatri erano una nazione con l’esclusione di tutti gli altri. Una nazione in cui tutti i membri, indipendentemente dalla loro professione religiosa erano considerati a tutti gli effetti cittadini dello stato islamico. Gli stessi Ebrei avevano diritto all’aiuto e all’equità e non dovevano essere danneggiati e di questo si faceva garante lo stesso Maometto. Lo stesso profeta aggiungeva in seguito che” chiunque uccide una persona che ha una tregua con i musulmani non potrà mai sentire il profumo del Paradiso” e dopo addirittura: “Attenzione! Chi è crudele e duro su una minoranza non musulmana o limiti i loro diritti o gli oneri con più di quello che possono sopportare o prende qualcosa da loro contro la loro volontà io (profeta Mohammed) mi lamenterò contro quelle persone nel Giorno del Giudizio”.

 

Parole chiare esplicite e inequivocabili che dall’alto della loro saggezza sembrano condannare ma anche educare tanto le reazioni scomposte e violente del mondo arabo quanto la mancanza di rispetto, il disprezzo e l’intolleranza professata contro l’Islam da chi non ne condivide i suoi contenuti di fede.

 

Come al solito il mondo sembra avere dimenticato l’antica saggezza delle Sacre Scritture, tanto di quelle giudaico cristiane quanto di quelle dell’islam e delle altre grandi religioni del mondo: sacre scritture che ci indicano non solo le diverse vie per arrivare all’unica verità e all’unico Dio, anche se rivelato con differenti modalità, ma anche l’unica via che conduce ineluttabilmente alla perdizione e alla fine dell’umanità: quella dell’intolleranza.

di Roberto Crudelini

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Di Redazione Elzeviro.eu

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