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XXV Salone del Libro e quegli stands comunisti impietosi

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Tra i (sempre meno) stands dei piccoli editori, quelli enormi (ed insensati) dei grandi editori, male si celano certi stands che ostentano orgogliosamente la loro fede comunista. 

La calca intorno al Ministro Profumo

Stands che non c?entrano nulla con i libri, come quello di Lotta comunista, che venderà forse pure libri, ma che dovrebbe essere bandito da un luogo pubblico dove vorrebbero esserci editori seri o emergenti che non possono raggranellare i soldi per uno stand, mentre affiorano gli spazi vuoti che gli anni scorsi non si vedevano neppure col binocolo. Questa è la situazione del XXV Salone. E il sabato pomeriggio è più la gente radunata intorno al ministro Profumo, di quella che si ferma a stands di piccoli editori. Piccoli editori che come al solito vengono subissati dallo spazio e dal pubblico della Mondadori. Il ministro è ancora presente al Salone: si vedano le passate polemiche mentre fuori infuriava la protesta studentesca.

Un simpatico appuntamento di ieri serapresso il centro sociale Gabrio
Come se Mondadori non avesse un enorme negozio in via Vietti, alla base del grattacielo fascista. Altro stand contro le boje, come diciamo qui in Piemonte, è sicuramente quello di Red Star press, che vende il libretto rosso del comunismo di Engels, ma anche Mao e compagnia bella. E un altro stand ancora dove leggono il Manifesto (ancora per poco, sta chiudendo) e vendono libri antisistema. Qui mentre sfogliamo con curiosità un libro antileghista ci dicono con sprezzo: “ieri c?era anche Borghezio, pensate?”. “E va bé”, rispondiamo noi rivolgendoci verso lidi meno arrabbiati.  
Ebbene è cultura anche quella di Lotta comunista e di Red Star Press direte voi, ma quando si tratta di una casa editrice di un giornale che viene venduto porta a porta (Lotta comunista), con anche la violazione della legge (entrano nelle case fino ad arrivare quasi o anche oltre la soglia degli appartamenti con la loro invadenza sprezzante della proprietà privata, allora no: è solo illiceità pura.
 
Senza contare la reazione non certo pulita che può suscitare una parola come quella comunista, ostentata con fierezza in un luogo molto affollato e di cultura come dovrebbe essere il Salone. Perché la Fiera del libro concede spazi a questi individui? Mistero. Domanda da proporre alla Fondazione che gestisce l’evento, e che proprio in questi giorni si lamenta dei prezzi non certo di favore che farebbe ad essa il Lingotto per l’affitto dei padiglioni. Aggiungiamo che tra i vari personaggi pubblici ecco anche il magistrato ordinario Ingroia, siciliano, che bazzica tra questi bellissimi stands come se fosse a casa sua. La sua professione gli permette di girare l?Italia in lungo ed in largo, è chiaro? Si noti anche la sua partecipazione recente ad un comizio dei Comunisti italiani sul medio Adriatico.
 
C’est l’Italie, c’est Turin…

Freddie
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Di Redazione Elzeviro.eu

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