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Politica e giudici: l’addio di Caselli a Magistratura democratica

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Persino Caselli si rende conto che in questo paese non si può essere davvero “di sinistra”?

TORINO – Il collegare la propria idea politica ad una professione che per eccellenza dovrebbe essere lo specchio dell’imparzialità è già di per sé un abominio. Se vi aggiungiamo poi il fatto che inquadrarsi in un circolo di professionisti legati da un ideale politico è quantomai un’idea corporativa e di fascista memoria, appare paradossale che la forte corrente di Md si collochi su posizioni di sinistra, e di sinistra oltranzista, come da posizioni di Erri de Luca riportate nel giornaletto di Md.

Le dimissioni, o comunque la dissociazione del procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli dalla corrente della magistratura “Magistratura democratica” giungono dopo l’articolo di Erri de Luca sugli anni di piombo, da più parti giudicato (per restare in tema) vergognoso. De Luca è un esponente storico di Lotta continua, polo di riferimento della sinistra dal 1969 all’epoca degli Anni di piombo, di cui pure fu protagonista in quanto responsabile del servizio d’ordine della formazione politica extraparlamentare d’ispirazione comunista.

“Affermare – come scrive appunto de Luca nell’agenda di Magistratura Democratica 2014 – che in quegli anni si ‘consumò una guerra civile a bassa intensità’ non soltanto è un falso storico, ma è un insulto al sacrificio di quei magistrati, uomini e donne delle forze dell’ordine, dirigenti e operai come Guido Rossa, che persero la vita per difendere i valori alla base della nostra convivenza civile contro la barbarie terrorista”. Queste le parole del senatore Fornaro, piddino, che seguita: “bene ha fatto, dunque, il procuratore capo di Torino, protagonista di quegli anni sul fronte della lotta al terrorismo a prendere le distanze da queste posizioni inopinatamente ospitate in un strumento di lavoro quotidiano di centinaia di magistrati italiani, che Magistratura Democratica farebbe bene a ritirare”.

In realtà il problema è sempre lo stesso: non tanto che l’associazione autonoma in seno all’ANM Magistratura democratica debba ritirare alcuni articoli del suo giornale/agenda, ma che tale movimento non dovrebbe proprio esistere, come gli altri di diverse ispirazioni, ciò che sarebbe possibile se i magistrati opportunamente non facessero politica.

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Di Redazione Elzeviro.eu

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