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PALERMO – A detta della Ministra Cecile Kyenge, “Gli italiani hanno bisogno di essere educati all’immigrazione”.
Certo da una rappresentante dello Stato Italiano e delle Istituzioni, una simile affermazione è pesante da mandare giù.
Soprattutto alla luce delle esternazioni che la hanno vista coinvolta in questi ultimi tempi, ma anche dell?eleganza che familiarmente la circonda, come quella estremamente diplomatica mostrata dalla sorella Dora, che verrà processata quanto prima per aver picchiato e insultato una vicina di casa albanese lo scorso 18 aprile.
Vorremmo ricordare alla Kyenge, alcuni passaggi della nostra storia, storia che come Ministro dovrebbe farsi carico di conoscere, ma lei non si sente italiana (ndr).
Siamo una Nazione la cui storia affonda le radici nel Mediterraneo, e come tale un porto di tanti popoli, un porto aperto alla multi-etnia e alla tolleranza razziale.
Da noi sono, praticamente, approdati TUTTI.
Sono arrivati dalle lande gelide del nord Europa, dall’arido Sahara, dalla sperduta Mesopotamia, dall’America.
Siamo un popolo che si fa carico, quotidianamente, di un flusso di migranti mai visto nella storia, proveniente dalle terre disperate e distrutte dai conflitti razziali; siamo un popolo nobile e di nobili sentimenti.
Siamo anche un popolo, ma è nella normalità delle cose anche questo, che alcune volte si lascia prendere dall’insofferenza, ma non impugniamo per questo mai il machete.
Per tutto questo, cara la nostra Ministra impostaci da un populismo benpensante ed opportunista, prima di parlare di noi ITALIANI, faccia un bagno di umiltà e scenda dallo scranno che le hanno assegnato, sia più aderente e vicina al popolo che la circonda e che ha l?onore di rappresentare.
Noi siamo ITALIANI e, forti della nostra storia e della nostra cultura, non accettiamo che qualcuno approdi per insegnarci, o pretendere di farlo, qualcosa sull’immigrazione, sull’accoglienza e sulla solidarietà.
Giuseppe Morello
