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La voce degli ultimi

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La voce degli ultimi

Panebarco Bruno

? 16,00

2010, 206 pp.,

Ass. Culturale Il Foglio (collana Autori Contemporanei. Narrativa)

Più volte da queste pagine è stata sostenuta l?importanza per un libro di trattare tematiche lontane dalla vita quotidiana del lettore. Perché se è vero che la lettura dev?essere anche un modo per evadere, è altrettanto vero che questa debba lasciare traccia nel lettore. Perciò vanno apprezzati quegli autori che affrontano percorsi poco battuti nel mondo della narrativa o anche nel mondo dell’informazione in genere.

La voce degli ultimi di Bruno Panebarco, edito dall?Associazione Culturale Il Foglio, si focalizza su un aspetto presente nelle grandi città e poco trattato: la prostituzione minorile che riguarda sia ragazzini che ragazzine.

Si narrano le vicende di Sirio Merisi, un giornalista che vuole dimostrare di saper fare il proprio mestiere, dopo essere passato a scrivere per una testata di tutto rispetto. Dato che un buon lavoro equivarrà per lui a tenersi quel posto decide di fare una serie di inchieste e parte dalla prostituzione minorile. La storia di Sirio si intreccia con quella di Adrian un ragazzo vittima di quei loschi affari e la dirimpettaia di Merisi invaghita del protagonista e dall?atteggiamento ambiguo e intrigante.

L?autore nelle prime pagine per bocca del suo protagonista lancia un importante messaggio: il giornalismo come attività volta a scandagliare la realtà contemporanea e a farne venire a galla le contraddizioni e il marcio. Sirio decide di restare una sorta di freelance con stipendio, per non essere costretto in quelle «rubrichette assurde e insulse, vere tappa buchi di ogni giornale».

Data l?importanza dell?argomento centrale del libro, l?autore cerca di spiegare come certi ragazzi e ragazze finiscano sulle strade di un Paese che non è il loro obbligati a soddisfare le voglie di qualche facoltoso pervertito. Tramite flashback verrà indagato il passato di Adrian e la fuga della sua famiglia dalla Romania verso l?Italia, passando per una Jugoslavia teatro di guerra.

Allo stesso modo l?autore si sofferma a descrivere i meccanismi che possono esistere all?interno di un simile sistema. Si passa dai ranghi più bassi delle ragazze segregate in tuguri dove attendono il cliente di turno; ai ragazzi più grandi che dopo la loro “gavetta” cominciano a controllare altri più piccoli di loro e a non dover più offrire prestazioni; fino ad arrivare alle alte sfere, dove si possono incontrare anche personaggi di spicco collusi, come rappresentanti delle Forze dell?Ordine.

Il mondo de La voce degli ultimi è un mondo visto con occhi disincantati, ma perché lo stesso tema portante non permette altra chiave di lettura. Eppure non sembra di avere per le mani un libro “esagerato”, una finzione, bensì un triste affresco della realtà di oggi. Una situazione ben espressa dalle parole di Manlio, fotoreporter nell?inchiesta di Sirio:

«Ci sono centinaia di casini, di storia di merda in questo fottuto paese. Non credo proprio che ci troveremo a corto di inchieste…».

Luca V. Calcagno

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Di Redazione Elzeviro.eu

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