L’arresto di uno dei principali oppositori bielorussi non può certo essere derubricato sotto la voce dei gesti folli o isolati. La presa di posizione di Lukashenko rientra in una ben più ponderata politica di tolleranza zero nei confronti delle future ingerenze occidentali.
Se non erro il comprovato attentato alla vita del “dittatore” Lukashenko da parte dei soliti agenti americani (sventato con il loro arresto lo scorso aprile), è stato trattato con lo stesso forte sdegno e la stessa determinazione da parte della nostra stampa prezzolata. Deve essere stato sicuramente così.
Il governo Bielorusso, dopo aver sventato l’attentato alla vita di Lukashenko, ha fatto intendere chiaramente che l’era della remissiva sopportazione per le ingerenze occidentali è finita. Ricordate le parole di Putin del mese scorso: le provocazioni e gli attacchi alla Russia e i suoi alleati da ora in avanti verranno corrisposti con la dovuto fermezza.
Questo è il primo esempio di come si agirà d’ora in avanti. I Navalny, i “leader dell’opposizione” vari, i burattini a libro paga, i ribelli moderati, verranno spazzati via per primi. Questo è anche un esempio da leggere proprio a fattore deterrente per le dinamiche interne: chi deciderà di servire il nemico, di svendersi alle sirene atlantiche anche solo per vile denaro, subirà le conseguenze delle sue azioni.
L’occidente vuole a tutti i costi alzare il livello di guardia, provocare, tirare la corda fino a spezzarla. Bene, ora pagatene il prezzo. Sappiate che state trasformando – per la terza volta – il vecchio continente nel campo di battaglia delle super potenze, con una stupida lealtà al padrone: che da parte sua non restituisce mai niente di tanto utile da poter motivare tale sacrificio.