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VENTI DI GUERRA

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L’Italia pronta a mandare i Tornado a bombardare le postazioni dell’Isis: occorrerà però il via libera del Parlamento.

 

Il Ministro della Difesa Roberta Pinotti oggi si è incontrata presso la base aeronautica di Sigonella con il Capo del Pentagono Ash Carter: ben presto l’Italia potrebbe scendere in campo insieme alla coalizione anti Isis e partecipare ai raid aerei contro lo Stato Islamico dell’Isis. La decisione era nell’aria già da alcuni giorni e il Ministro non ha smentito ma ha anche aggiunto che la cosa dovrà essere valutata congiuntamente agli alleati e dovrà ovviamente poi passare al vaglio del Parlamento. Lo stesso Ministro ha poi riferito che si dovrà studiare anche la possibilità di dare ulteriori ruoli per l’utilizzo dei velivoli attualmente usati solo con funzioni ricognitive ma ha aggiunto che allo stato attuale nulla è ancora stato deciso. Per intanto domani ci sarà un nuovo incontro bilaterale con i responsabili militari Usa che sarà incentrato sulla coalizione anti Isis.

Tanto è bastato per provocare le reazioni quasi scomposte di Beppe Grillo che ha tuonato appellandosi a tutti i pacifisti (a senso unico) del paese e obiettando che una simile decisione, essendo un vero e proprio atto di guerra, dovrà essere discussa in Parlamento. Gli ha fatto eco il capogruppo del Sel a Montecitorio Arturo Scotto che ha aggiunto che il Ministro della Difesa non ha il potere di decidere dove e quando lanciare bombe e quali regole di ingaggio dare. Di maggior buon senso e utilità pratica sono sembrate le preoccupazioni esternate dal leghista Giacomo Stucchi Presidente del Copasir (Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) che ha detto di essere preoccupato per il conseguente aumento del rischio  di attacchi terroristici in Italia che comporterebbe inevitabilmente la decisione di partecipare ai bombardamenti in Iraq. (Fonte ANSA)

Va subito chiarito che i quattro Tornado che l’Italia eventualmente utilizzerà nei bombardamenti mirati sono già operativi nella zona ma fino ad ora solo con funzione appunto di ricognizione: occorrerà quindi, nel caso, riarmarli completamente trasformando radicalmente la loro capacità operativa. Ai Tornado verranno probabilmente affiancati i due Predator anche questi già da tempo operativi in zona. Questi velivoli sono in pratica dei droni telecomandati assai efficaci che l’Esercito Italiano, in questo all’avanguardia, ha in dotazione. Velivoli senza pilota che, se armati adeguatamente, diventerebbero micidiali supporti per aumentare l’intensità dei bombardamenti. L’Italia in zona ha poi già 530 militari con la funzione di addestrare le forze di sicurezza curde (i Peshmerga ). La zona operativa degli eventuali bombardamenti italiani dovrebbe essere appunto la stessa in cui abbiamo fin’ora addestrato i Curdi: i territori attorno alle città di Sinjar e Kirkuk. L’attività dei nostri caccia bombardieri dovrebbe quindi avere proprio il compito di supportare dall’alto l’azione dei militari curdi.

Come ha fatto notare “Il GiornaleRenzi si è però dimenticato in questi mesi di coinvolgere gli Usa anche nel teatro libico per noi ben più delicato e foriero di rischi anche immediati. E’ inutile infatti che l’Italia partecipi alla controffensiva aerea in Iraq quando a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste ci sono basi militari operative come quelle di Deima e Sirte che potrebbero, non solo teoricamente, minacciare i nostri stessi interessi strategici nella zona ma anche nell’immediato futuro aggredirci direttamente. La politica italiana fino a questo momento è stata infatti solo e soltanto al traino di quella di Obama e non è stata capace di ritagliarsi un compito sicuramente più efficace in un teatro molto più vicino e soprattutto pericoloso per noi.

Al di là del ruolo particolare  che il nostro paese riuscirà a ritagliarsi una cosa è certa: la decisione di Putin di entrare in guerra contro l’Isis, in una sorta di reazione a catena più o meno ponderata, sta ottenendo lo scopo di coinvolgere finalmente l’intero mondo occidentale sotto l’egida e la leadership di Obama che, in caso di successo, non vuole evidentemente lasciare tutta la gloria al Capo del Cremlino che in questo modo si procurerebbe la possibilità di incassare un bell’assegno post datato  in grado di assicurargli in prospettiva il predominio, a questo punto sacrosanto, sull’intero scacchiere mediorientale.

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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