Si legge in giro che l’attentato di Sidney, costato la vita a due innocenti e all’attentatore, sia opera di un pazzo isolato, che sia poi alla fine “solo” la mania di un folle. Queste tesi non sono tollerabili e sottendono una sorta di giustificazione dell’operato del folle, cercando di scinderlo dalla questione geopolitica asiatica.
L’ISIS è quell’organizzazione territoriale e terroristica che sta facendo strage di civili inermi rapiti, in nome di un’Islam radicale. La sua prima regola è di agire in ogni dove, seminando il terrore tra l’Occidente. Ecco che quindi l’attentatore non solo è un adepto dell’Isis, ma anche ne é (è morto: ne era) un membro attivo come tutti gli altri. Esattamente come quelli che sgozzano gli ostaggi in Iraq.
L’Australia è un paese con una sovranità completa, una monarchia facente capo alla regina del Regno Unito, ma completamente indipendente. Spesso si è distinta, ultimamente, per il protezionismo di fronte a situazioni di immigrazione massiccia dalla vicina Asia minore.
L’Australia è sempre stato il primo paese a combattere le discutibili battaglie degli Usa in terra mediorientale negli ultimi anni: si immagina che vi sarà una risposta estera molto forte, ma come verrà affrontato il dibattito con l’Islam all’interno dei confini del Paese? Forse qualcosa cambierà e si immagina che il dibattito, in Australia, non sarà affrontato a pane e buonismo come avverrebbe qui da noi…