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Obama: nessuna collaborazione con la Siria

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Si complica la situazione in Medio Oriente: la Casa Bianca non ha accettato di collaborare con il governo di Damasco nella guerra contro il Califfo del terrore. Il Presidente Obama ha dato il via libera ai voli ricognitivi sui cieli della Siria ma ha ribadito a chiare lettere che non ci sarà nessuna collaborazione né coordinamento con il regime di Assad. Una situazione che quindi, di giorno in giorno si fa sempre più nebulosa e contraddittoria, mentre, nel frattempo, si va rafforzando la posizione dei miliziani dell’Isis che possono così sfruttare a loro vantaggio la mancanza di unità di intenti da parte dei loro avversari. Intanto truppe dell’Isis sarebbero riuscite a riprendere il controllo della diga di Mosul che nei giorni passati era stata temporaneamente riconquistata dalle milizie curde.

 

Se Usa e Siria non dovessero trovare un accordo, cosa, che alla luce delle ultime esternazioni del Presidente Obama, appare alquanto difficile, si dovrà studiare il modo di colpire ugualmente le truppe degli Jihadisti senza passare sui cieli della Siria. Il Pentagono sta studiando a questo riguardo soluzioni alternative, sempre possibili ma sicuramente meno efficaci rispetto alla possibilità di inviare sul posto aerei americani. Si pensa di usare armi a lunga gittata come i missili Tomahawk che si potrebbero lanciare da navi da guerra al largo della costa siriana o usare gli Stealth 2 invisibili ai radar oltre alla possibilità, forse un po’ pretenziosa, di armare direttamente l’esercito libero siriano.

 

Il rischio di uno scontro militare tra la stessa Siria e gli Usa a questo punto potrebbe però aumentare in modo esponenziale con tutti i rischi del caso. Insomma una situazione astrusa e complicata che rischia di far precipitare nel caos l’intera zona con una guerra totale di tutti contro tutti che, ripetiamo, finirebbe per favorire la stessa politica aggressiva del Califfo al Baghdadi.

 

Nel frattempo l’aviazione siriana ha effettuato diversi raid contro postazioni dell’Isis nel nord est del paese ma di certo per riuscire a fermare o addirittura ricacciare l’esercito di al Baghdadi verso i territori iracheni occorrerebbe anche l’apporto militare americano che, a questo punto, diventa assolutamente determinante. La situazione è comunque alquanto mutevole e gli orizzonti potrebbero cambiare clamorosamente da un giorno all’altro in funzione anche dell’efficacia dell’offensiva jihadista. Secondo alcuni osservatori ed esperti europei la minaccia di un terrorismo di stampo Jihadista è comunque destinata ad essere un’autentica spada di Damocle sulla testa dell’Occidente per i prossimi venti anni sempre che non si riesca a neutralizzarla  prima.

Il Ministro della Difesa italiano Roberta Pinotti, ha affermato che  nel nostro paese esiste addirittura il rischio che alcuni italiani si convertano alla Jihad, un fenomeno, assimilabile ad una vera e propria metastasi, già registrato in Francia e in Inghilterra, che il governo sta monitorando con estrema attenzione non sottovalutandone i possibili rischi per la sicurezza nazionale. Lo stesso Ministro ha poi sottolineato come invece la possibilità della presenza di terroristi o di possibili simpatizzanti nei 113.000 sbarcati di recente sulle nostre spiagge sia per ora soltanto una semplice probabilità statistica che, allo stato attuale, non preoccupa.

 

Sarebbe comunque da ricordare che esiste una legge statistica dei grandi numeri che alla lunga fa sì che un determinato fatto possa verificarsi anche se apparentemente improbabile. Su 113.000 profughi, quasi tutti di fede islamica, sbarcati in Italia, la possibilità che qualcuno possa essere in qualche modo collegato al terrorismo internazionale, Isis compreso, o anche solo essere  un potenziale strumento consenziente di questo, esiste e non va sottovalutata. E sappiamo come, nel caso del terrorismo, una delle poche difese che abbiamo a disposizione è appunto quella della prevenzione mediante controlli delle Forze dell’Ordine e dell’Intelligence, almeno questo abbiamo il diritto di farlo…fino a prova contraria.

 

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Di Roberto Crudelini

Nato nel 1957. Laureato in Giurisprudenza, ha collaborato con Radio Blu Sat 2000 come autore e sceneggiatore dei Giornali Radio Storici, ha pubblicato "Figli di una lupa minore" con Rubettino, "Veni, vidi, vici" e "Buona notte ai senatori" con Europa Edizioni e "Dai fasti dell' impero all'impero nefasto" con CET: Casa Editrice Torinese. Collabora con Elzeviro.eu fin dalla sua fondazione, nel 2011.

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