Elzeviro Informazione indipendente
Non c’è governo in Libia. Questo è assodato. Quindi, per evitare che migliaia di disperati trovino la morte in mare, stipati sui barconi che si capovolgono, occorre impedire le partenze. Dal momento che la Libia (o quel che ne rimane) ci chiede aiuto, perchè non è in grado di controllare i porti, non resta altro che mandare forze armate affinché blocchino scafisti senza scrupoli che trasportano “materiale” umano su carrette fatiscenti.
La UE non muove un dito, e nel canale di Sicilia continua ininterrotto il flusso di migranti che scappanpo dalla loro terra devastata dalla guerra. Gheddafi, indiscusso ed indiscutibile rais per 42 anni, è stato barbaramente trucidato, armi in pugno, dopo aver combattuto fino alla fine una guerra civile fomentata dai potenti per bassissimi motivi. L’Italia, in base al patto stipulato, avrebbe dovuto difendere la Libia dai loschi interessi franco-inglesi sul petrolio ed il gas, invece (per favorire Sarkozy) ha concesso le basi perchè venisse bombardato (contribuendo quindi in via indiretta pure militarmente).
E’ inutile che Alfano si lamenti del disinteresse dei burocrati europei: suona stonato il piagnisteo sui centri di accoglienza al collasso dopo aver favorito l’accesso degli immigrati votando in parlamento l’abolizione del reato di immigrazione clandestina (21/1/14).
La pochezza della nostra Repubblica e dei nostri governicchi è nota. Si evitino almeno le lacrime di coccodrillo.
A Gheddafi va l’onore delle armi perchè non ha abbandonato il suo paese (pur potendolo fare) ed è morto come un martire (picchiato, preso a calci e calpestato); ai nostri democratici governanti, meschini e parolai, non può restare altro in mano che il frutto delle loro decisioni. Purtroppo però, a caro prezzo, tocca sempre al popolo pagare i loro errori.
Giuseppe Franchi Naa
Per una più completa informazione leggi anche gli articoli correlati.
