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9/11: i commissari antincendio di New York riaprono il caso

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Da oltreoceano, giunge una notizia clamorosa, risalente al 24 luglio del 2019 e riguardante uno dei fatti iconici della modernità: l’attentato alle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001.

Una commissione antincendio del Franklin Square and Munson Fire District – sovrintendente un dipartimento di Vigili del Fuoco volontari ed agenti nel Queens newyorkese – è divenuta il primo organo legislativo ufficiale degli Stati Uniti a sostenere la necessità di una nuova indagine sui fatti di quel terribile giorno, poiché avente «prove schiaccianti» della propria versione dei fatti, non coincidente con quella ufficiale.

A riportare la notizia è stata l’Architects & Engineers for 9/11 Truth, una associazione-organizzazione no profit americana che, dal 2006 (anno della sua fondazione), si batte in tutte le sedi (soprattutto culturali e di opinione pubblica, ma oggi anche legali) affinché si metta in discussione la narrazione ufficiale del “9/11 Commission Report“. Essi, infatti, la ritengono profondamente inficiata da interessi contingenti e cogenti dello Stato americano: secondo alcuni osservatori, venuti lapalissianamente in essere nell‘aggressiva politica estera delle successive amministrazioni a stelle e strisce, desiderose di lanciare la propria “guerra totale al terrorismo” sull’intero globo terracqueo. Da qui, la richiesta di una vera indipendenza nelle indagini.

La suddetta Commissione è composta da cinque uomini

che, 18 anni or sono, parteciparono alle operazioni di salvataggio dei civili colpiti al World Trade Center dai terroristi: si tratta di Philip F. Melloy, Joseph M. Torregrossa, Christopher L. Gioia, Dennis G. Lyons e Les Saltzman, che videro con i loro occhi, sporcandosi le mani, tutte le convulsioni terremotanti di quegli accadimenti tragici. Le loro testimonianze, quando fu stilato il report ufficiale, non furono ascoltate, anzi furono palesemente ignorate: a riportare la news, invece che i grandi media americani, è stata proprio l’AE911 Truth.

La Risoluzione è stata redatta da Christopher Gioia, ed approvata all’unanimità dalla Commissione, rappresentante di una Comunità molto unita ed affiatata, che in quel giorno lontano perse due propri prestigiosi membri, i giovani vigili del fuoco Thomas J. Hetzel e Robert Evans, le cui famiglie erano presenti alla cerimonia. Considerando il legame indissolubile dei fatti del 9/11 con Franklin Square, l’impegno e la dedizione spesi in quel giorno con eroismo dai vigili del fuoco, e le vittime procurate, questo fatto non può che dar adito a domande, interrogazioni e dubbi, oppure ad uno strenuo arroccamento sulle proprie posizioni, già assunte quasi due decenni addietro.

La Risoluzione così recita:

[…] Laddove i commissari del Board of Fire di Franklin Square and Munson Fire District riconoscono la natura significativa e convincente della petizione prima che il procuratore degli Stati Uniti per il distretto meridionale di New York riferisse crimini federali non perseguiti presso il World Trade Center l’11 settembre 2001, ed invitando il procuratore degli Stati Uniti a presentare tale petizione a una giuria speciale ai sensi della Costituzione degli Stati Uniti e 18 USC SS 3332 (A); considerando che le prove schiaccianti presentate in detta petizione dimostrano oltre ogni dubbio che degli esplosivi e/o degli incendiari precedentemente impiantati – non solo gli aerei e gli incendi conseguenti – hanno causato la distruzione dei tre edifici del World Trade Center, uccidendo la stragrande maggioranza delle vittime che morì quel giorno […].

Ordunque, si deve risolvere che i Commissari del Board of Fire di Franklin Square and Munson Fire District sostengano pienamente un’indagine federale della giuria ed un procedimento giudiziario su tutti i reati connessi agli attacchi dell’11 settembre 2001, nonché tutti gli sforzi da altre entità governative per indagare e scoprire tutta la verità che circonda gli eventi di quel giorno orribile [traduzione a cura dell’autore, N.d.R.].

Christopher Gioia – la cui Risoluzione ha tratto ineludibilmente ispirazione dalla petizione presentata a Geoffrey S. Berman, procuratore capo degli Stati Uniti presso il Distretto Meridionale di New York, dal Lawyers Committee for 9/11 Inquiry, con un importante supplemento – si è detto soddisfatto del lavoro compiuto: saranno, secondo lui, una “forza inarrestabile“, i primi ad approvare questa risoluzione e certamente non gli ultimi.

In effetti, l’importanza di quest’atto è centrale

fulcrale, imprescindibile, in quanto proveniente da un corpo di vigili del fuoco, coadiuvati da esperti nel settore ingegneristico e legale, che fu presente anima e corpo sulla “scena del delitto”: l’ipotesi è che sia stato preventivamente posto dell’esplosivo nelle tre torri del World Trade Center (di cui solo due furono colpite dagli aerei) che infine crollarono.

La vicenda è stata seguita con particolare interesse su The Free Thought Project da Matt Agorist, ex veterano del corpo dei Marines americani ed operatore dell’intelligence a stelle e strisce, precisamente l’NSA. Dapprima, prendendo in esame la petizione dicembrina del 2018 del sopraccitato Lawyers Committee, che ha avuto successo presso il governo federale e la Special Grand Jury; in seguito, questa Risoluzione ufficiale dei commissari antincendio newyorkesi, il cui impatto non è da sottovalutare.

Senza ombra di dubbio

le discussioni intorno all’11 settembre 2001 non hanno mai placato gli animi dei sostenitori delle due fazioni: quella ufficiale, che fa riferimento al report stilato dagli Stati Uniti sul 9/11 attraverso la propria Commissione Nazionale sugli Attacchi Terroristici; quella dissidente, estremamente proteiforme, recante diversi volti e diversi protagonisti. Tra questi, per citarne un paio piuttosto noti al grande pubblico: quello di Dimitri Khalezov, ex agente dell’intelligence nucleare sovietica, autore de La Terza Verità, nella quale sostiene che il giorno 9/11 si verificò una demolizione nucleare controllata; quello di Massimo Mazzucco, regista italiano che ha girato due film – “11 Settembre 2001 – Inganno Globale” e “11 Settembre – La Nuova Pearl Harbor” – in cui ha cercato di enucleare le fallacie di quanto stilato nel report americano.

Questo nuovo capitolo della storia infinita del 9/11, non è dato sapere come la farà evolvere, ma il solo fatto che gli Stati Uniti abbiano accettato di prendere in esame una Risoluzione su quei fatti, emersa grazie alla certificata dichiarazione di teste diretti (i Vigili del Fuoco volontari), merita senza remore attenzione ed interesse.

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Di Lorenzo Franzoni

Nato nel 1994 a Castiglione delle Stiviere, mantovano di origine e trentino di adozione, si è laureato dapprima in Filosofia e poi in Scienze Storiche all'Università degli Studi di Trento. Nella sua tesi ha trattato dei rapporti italo-libici e delle azioni internazionali di Gheddafi durante il primo decennio al potere del Rais di Sirte, visti e narrati dai quotidiani italiani. La passione per il giornalismo si è fortificata in questo contesto: ha un'inclinazione per le tematiche di politica interna ed estera, per le questioni culturali in generale e per la macroeconomia. Oltre che con Elzeviro.eu, collabora con il progetto editoriale Oltre la Linea dal 2018 e con InsideOver - progetto de il Giornale - dal 2019.

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