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Apprendiamo con costernazione e rabbia l’avvenuta distruzione di due splendidi mausolei di Palmira da parte delle truppe dell’ISIS. Si trattava delle tombe di Mushammad bin Alì, un discendente del cugino del profeta Maometto, e di Nizar Abu Bahaaeddine, già leader religioso di Palmira. La notizia è stata rilasciata da Maamoun Abdulkarim, capo delle Antichità del legittimo governo di Damasco. Il motivo di queste barbarie? La volontà dell’ISIS di distruggere monumenti di infedeli sciiti, che possano ledere l’orgoglio del loro sunnismo.
Tuttavia la nostra rabbia non è tanto verso il barbaro jihadista che vuol ripristinare il Califfato, ma verso chi glielo sta permettendo con ogni strumento politico possibile. Si tratta di tutti quei paesi occidentali che continuano a non supportare il governo legittimo di Assad, unico e forse ultimo baluardo in Medio Oriente contro l’avanzare dell’estremismo islamico. Anzi questi stessi paesi occidentali, che nel concreto sono Stati Uniti e Unione europea, hanno pensato bene di infliggere sanzioni contro il governo Assad e finanziare con programmi sbandierati i “ribelli moderati” siriani, una definizione frutto della fantasia di qualche Capo di Stato maggiore euroamericano.
L’ISIS minaccia di distruggere le sacre rovine romane di Palmira, simbolo di una civiltà che ha saputo travalicare i confini del Mediterraneo. Noi non meritiamo tutto questo, non meritiamo che l’ignavia dei nostri governi possa portare alla distruzione di un patrimonio dell’umanità. La stessa ignavia che sta permettendo che l’ISIS possa trovare adepti tra le nostre stesse fila. E’ di oggi la notizia di una ragazza francese intenta a raggiungere la Siria per combattere contro Assad, ma per fortuna fermata dalla polizia italiana. Un episodio non isolato che dimostra il decadimento dell’Europa, non più in grado di rappresentare un progetto non solo materiale per i suoi popoli, ma ormai divenuta un mero insieme di tecnicismi ingarbugliati e incomprensibili che hanno distrutto l’anima dei popoli.
