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La richiesta da parte dei legali è dettata dal fatto che l?azione criminale, a dir loro, sarebbe cominciata in Calabria e solo in fase terminale si sarebbe propagata tra Torino, Milano ed il Nord Italia.
TORINO – I legali degli imputati nel processo Minotauro, quello per il quale è stata di fresco riaperta l?aula Bunker del carcere delle Vallette, chiedono che il processo venga spostato in Calabria, sede principale dell?azione criminosa (presunta), adducendo la norma penale che stabilisce che il tribunale competente è quello dove la presunta azione criminale ha avvio. L?eccezione pare certamente non priva di fondamento, pertanto deve essere presa in considerazione dal giudice.
L?organo giudicante, però, reputa questa richiesta speculativa, in quanto i fenomeni ascritti avrebbero origine e radice proprio nel territorio del capoluogo piemontese. Questa sapiente eccezione, che ci si poteva forse aspettare, è atta con tutta probabilità a dilatare i termini del procedimento, che, nel nostro sistema penale malato, potrebbe persino giungere a concedere l?apertura dei cancelli delle carceri per i detenuti accusati, tra i vari reati, di associazione mafiosa.
L?associazione Libera intanto si costituisce come parte civile, mentre si attende la più normale costituzione come parte civile delle istituzioni piemontesi, e degli enti locali della regione, indubbiamente afflitti dalle attività della “mafia del nord”. Intanto ci chiediamo polemicamente per quale motivo gli organi di informazione (salvo qualche giornale locale) non diano il giusto spazio a vicende così importanti. La mafia al nord è ben radicata: l’operazione Minotauro ha portato all’arresto di numerosissimi mafiosi e sono stati impiegati milleseicento militari. Il processo si svolge nell’aula bunker delle Vallette. Stiamo parlando di un procedimento che fa la storia, ma non ci rendiamo conto di quello che accade intorno a noi.
Freddie
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